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Ferrara film corto festival

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Mi ricordo come fosse ieri l’adesivo dell’Olp con la bandiera della Palestina attaccato sullo specchio del bagno, nella mia casa dell’infanzia a Terni, come a marcare un indirizzo politico. Sarà stato il 1978 e io avevo all’incirca 7 anni. Ora, nel 2014, siamo allo stesso punto di partenza: ad ogni recrudescenza del conflitto israelo-palestinese, non si fa altro che riaffermare le proprie convinzioni ideologiche, sventolando la bandiera di preferenza, e scagliarsi gli uni contro gli altri, in una sorta di competizione in cui per vincere bisogna dimostrare a suon di recriminazioni chi sono le vittime e chi i carnefici, quando è evidente che le stragi non hanno colore e che rappresentano una sconfitta per l’intera umanità. Nel suo “Buongiorno” su la Stampa del 17 luglio scorso, Gramellini scrive: “A me non interessa se erano israeliani o palestinesi. A me interessa che erano bambini.” Condivido. E aggiungo che non ci potrà mai essere soluzione ad un conflitto, nessuno, se si fomentano odio e rancore, e che anche noi come occidentali siamo gravemente responsabili se ci facciamo avviluppare in queste spirali “agonistiche”, perché non c’è politica che tenga, non ci sono accordi o trattati duraturi, se a prevalere sono odio e rancore.
Com’è possibile che gli adulti, oggi come ieri, non riescano ad evitare di imporre le proprie convinzioni ai figli, con adesivi, bandiere e quant’altro, come una sorta di lavaggio del cervello? Che non riescano ad esprimere la propria opinione con misura e discrezione, lasciando la possibilità ai giovani di leggere con occhi nuovi la realtà che li circonda, senza dover portare su di sé la zavorra ideologica dei loro padri? La bandiera che vorrei sventolare oggi è quella con scritto “Noi adulti, che abbiamo idee vecchie e antichi rancori, facciamoci da parte… per il bene dei palestinesi, degli israeliani, per il bene dell’umanità.”

Ferrara film corto festival

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dal 23 al 26 ottobre 2024
Quattro giorni di eventi internazionali dedicati al cinema indipendente, alle opere prime, all’innovazione e ai corti a tematica ambientale.

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Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it