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In questi ultimi giorni molti sostengono che dobbiamo fidarci della Scienza. Io, però, vorrei porre una questione. Cosa vuole dire fidarsi della scienza? La scienza è una disciplina umana e come tale  fallibile. Dopo tutto oggi è particolarmente evidente: assistiamo in modo quasi distopico a svariate conclusioni, per niente univoche, sulle grandi questioni contemporanee, malattie, pandemie,  disastri ambientali, crisi climatiche etc.

Ebbene dunque cosa vuole dire fidarsi della scienza?  Personalmente diffido di quella scienza che ha fatto del  materialismo scientifico  il suo orizzonte fino a enunciare che solo ciò che ha un peso, che si tocca, che si vede, esiste. Un’idea meccanicistica del mondo, dei nostri stessi corpi, che cancella dal reale  il valore dell’invisibile. Come donna so bene che l’invisibile prende corpo nel mio corpo per rispondere all’imperativo della continuazione della specie. Prende corpo dentro al nostro corpo e dà la vita. Dunque per me ciò che non è visibile è importante tanto quanto ciò che è visibile e fa parte della realtà.

E allora chiedo, a chi mi intima che mi devo fidare della scienza, di quale scienza mi devo fidare? La scienza che è riuscita a mettere al centro della sua ricerca la narrazione dei corpi e del mondo come fossero solo oggetti meccanici? Quella scienza che oggi invita uomini e donne a ‘donare’ sperma e ovuli, in nome della ricerca per perseguire il sogno onnipotente dell’uomo perfetto?  e poi, andando  oltre,  che invita le donne a ‘donare’ ( immettere sul mercato) la loro  salute , il loro  tempo, il loro ecosistema interno e il loro  potere riproduttivo narrandolo come puro  atto di amore? Questa scienza main stream, ovviamente unitamente ai guru dell’economia, ha indicato ai potenti della terra  il mercato dei corpi come ultima frontiera conquistabile per un capitalismo che altrimenti collasserebbe, nello stesso modo in cui ha indicato la via dello sfruttamento indiscriminato  della natura come unica strada per dare da mangiare a tutti. Questa scienza non vede l’evidente: ha accettato, pur di perseguire il controllo sul tutto e in nome del progresso,  che la vita invisibile, come quella che  viene al mondo dentro un corpo di una donna, venga deliberatamente e violentemente staccata  dal ventre materno, dal suo ambiente. Questa stessa scienza è quella che  non pensa che la terra sia un organismo vivente, e l’umanità cellule viventi dentro a un grande grembo vivente.

Oggi, però, irrompe nel mondo l’invisibile e ci intima uno stop. Chiede a tutti noi di metterci in attesa per dare luce a un altro mondo, più sostenibile , più solidale, più umano, in una parola: vivente.  E, curiosamente, senza essere una scienziata , questo stop mi risuona nel profondo. Dunque, oggi più di prima il mio sguardo si rivolge a quegli scienziati e a quelle scienziate che lasciano spazio, nel loro orizzonte, all’invisibile; che lo contemplano con umiltà e cercano di aiutare l’umanità a orientarsi nel mistero della vita senza dogmi materialistici alle spalle. Molti di questi scienziati però sono tacciati di eresia e addirittura radiati dai loro campi di studi perché non in linea con certa ‘Scienza’.

Dunque torno a porre la questione, cosa vuole dire fidarsi della scienza? Perché io la mia scelta l’ho fatta; mi fido di quella aperta al mistero del vivente, una scienza che non smette di interrogarsi, consapevole di essere in cammino, e che ha il coraggio di cambiare assunti che fino a ieri sembravano verità assolute ma che oggi sono crollate miseramente.

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Roberta Trucco

Classe 1966, genovese doc (nel senso di cittadina innamorata della sua città), femminista atipica, felicemente sposata e madre di quattro figli. Laureata in lettere e filosofia con una tesi in teatro e spettacolo. Da sempre ritengo che il lavoro di cura non si limiti all’ambito domestico, ma debba investire il discorso politico sulla città. Per questo sono impegnata in un percorso di ricerca personale e d’impegno civico, in particolare sui contributi delle donne e sui diritti di cittadinanza dei bambini. Amo l’arte, il cinema, il teatro e ogni tipo di lettura. Da alcuni anni dipingo con passione, totalmente autodidatta. Credente, definita dentro la comunità una simpatica eretica, e convinta “che niente succede per caso.” Nel 2015 Ho scritto la prefazione del libro “la teologia femminista nella storia “ di Teresa Forcades.. Ho scritto la prefazione del libro “L’uomo creatore” di Angela Volpini” (2016). Ho e curato e scritto la prefazione al libro “Siamo Tutti diversi “ di Teresa Forcades. (2016). Ho scritto la prefazione del libro “Nel Ventre di un’altra” di Laura Corradi, (2017). Nel 2019 è uscito per Marlin Editore il mio primo romanzo “ Il mio nome è Maria Maddalena”. un romanzo che tratta lo spinoso tema della maternità surrogata e dell’ambiente.


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