Siete per la strada, camminate spensierati, guardandovi intorno incuriositi, le luci per la strada che brillano e riflettono i colori dorati di un Natale che arriva. Cercate qualche regalo, forse, idee d’amore, andate in libreria a trovare una lettura per il weekend che arriva, dopo aver mangiato qualche caldarrosta presa dal baracchino di turno. Pregustate solo il momento di arrivare a casa con una libro avvincente e avvolgente che vi terrà incollati al divano davanti a un camino caldo. Non pensate a nulla, non fate caso a cosa vi circonda. Avete fretta. Come sempre, come spesso. Ci siete solo voi e la vostra corsa. Ma non è così. Avete mai pensato che, in quelle poche ore, per strada avete sfiorato la vita di centinaia di persone? Che ognuna di loro ha una sua storia, chi facile chi difficile, chi complicata chi semplice, chi di gioia chi di sofferenza?
Forse non lo sapete, ma il venditore delle vostre caldarroste era arrivato dalla Tunisia in cerca di lavoro, lo spazzino che ha raccolto la carta della caramella che un bambino poco educato ha fatto cadere resterà senza lavoro a fine mese, il commesso della vostra libreria ha appena vinto la sua battaglia contro il cancro, il farmacista che vi ha venduto l’analgesico per l’emicrania ha una figlia medico in missione umanitaria in Uganda. L’aspetta, impaziente, per Natale, per poterla abbracciare dopo tanti mesi di lontananza. E poi c’e’ il giovane panettiere che ha appena perso il suo vecchio e affezionato cane, la cioccolataia che ha partorito da un mese, il poliziotto che ha visto cadere il suo migliore amico, la fiorista che vuole chiudere in fretta il negozio del centro perché vuole scappare a casa dalla sua nonna. Il giornalaio ha dimenticato di comprare il pane (sua moglie si arrabbierà, e’ sabato e rischiano di passare la domenica senza le saporite e fragranti coppiette), il nipote aspetta la zia che rientra da lontano (baci e regali per lui non mancano mai).
Una ragazza in bicicletta ha passato l’esame di filosofia questa mattina, un bel trenta e lode, un’altra si è laureata ieri e teme ora per il suo incerto futuro. Un nonno zoppicante passa davanti a un monumento ai caduti e gli scende una lacrima: ricorda la guerra, quella dove ha perso l’uso della sua gamba una volta atletica, agile, scattante e muscolosa. Ci sono poi due suore che commentano i presepi che scompaiono dalla scuole, due fidanzati che pianificano il loro matrimonio di maggio, due amiche che parlano del balletto visto la sera prima. Un giovane dai lunghi capelli ricci ha appena perso la sua chitarra, gli è stata rubata, terribile cosa visto che era il suo unico strumento di lavoro. Una donna aspetta una telefonata che non arriva, quello dei referti di alcuni esami al seno, un’altra attende semplicemente quella del fidanzato che arriva per il fine settimana. Il treno e’ in ritardo. Chi nasce e chi muore, chi soffre e chi gioisce, chi aspetta e chi arriva, chi va e chi viene, chi ride e chi piange. Vi siete mai domandati quante vite vi scorrono di fianco semplicemente mentre voi passeggiate alla ricerca di un regalo? Io si’, spesso, lo ammetto, e per questo sorrido. Quasi sempre. O almeno ci provo. Ciascuno di noi ha un segreto, ciascuno di noi ha una speranza, un sogno o una paura e ignora cosa succede all’altro. Spesso un sorriso o un gesto gentile alleviano la sofferenza di chi non dice nulla, di chi guarda e non comunica, di chi attende, di chi ci passa accanto con la sua storia. E se qualcuno sorride, guardatelo comunque negli occhi. A volte quelli parlano meglio e dicono qualcosa di diverso. Siate gentili, a caso. A casaccio. Fa bene al cuore, credetemi.
Mente pensavo tutto questo, ho visto una bellissima storia che sembrava sentire tutti questi miei pensieri… Guardatela e capirete… [clic qua]

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Simonetta Sandri
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