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di Sara Spinedi*

C’era una volta la pensione, ma non c’è più. Così come non c’è più nemmeno il lavoro per molti. Ecco che in Italia allora si profilano due tendenze che danno molto a cui pensare: la richiesta di prestiti e le pensioni integrative. Per quanto riguarda il primo punto si può notare come siano soprattutto le famiglie con meno possibilità economiche a fare domanda per un prestito veloce (maggiori info su http://www.calcoloprestito.org/guida/veloce) o senza busta paga, proprio nella speranza di riuscire a rimettere in piedi la propria condizione economica. I meno accorti fanno richiesta di carte revolving che se da una parte sono molto utili, dall’altra, se non usate con senno, possono significare il tracollo definitivo.
La seconda tendenza è quella di stipulare contratti per pensioni integrative al fine di mettere al sicuro la vecchiaia. Infatti, negli ultimi anni questa pratica è decisamente aumentata. A Ferrara, per esempio, si è registrato un deciso aumento della sottoscrizione di polizze. Per quanto riguarda quelle postali si parla oltre 4 mila sottoscrizioni firmate nel 2014 contro le sole 36 stipulate nell’ormai lontano 2005.
Ma a cosa si deve questo impressionante aumento? Si tratta di un altro sintomo della crisi economica? Effettivamente se si esaminano questi due aspetti si potrebbe trarre proprio questa conclusione. In realtà è proprio il senso di incertezza che rende la concezione del futuro quanto mai precaria al punto da dover mettere “al sicuro” la propria vecchiaia. Certo, a guardare quanto sta accadendo non è strano fare questo ragionamento. Moltissimi anziani, dopo una vita spesa a lavorare, si ritrovano con poche centinaia di euro in tasca ogni mese, se va bene, ma che non sono certo sufficienti a consentire uno stile di vita non di lusso, ma quanto meno dignitoso.
Questo naturalmente spaventa, spaventa assieme anche ad altri fattori quanto la forte pressione fiscale e la scarsa prospettiva di lavoro per i giovani. Chi ha le risorse sufficienti quindi stipula una polizza per la pensione integrativa, e a farlo sono soprattutto i quarantenni, ma non solo liberi professionisti come una volta, anche chi ha un impiego da dipendente, oggi come oggi, sceglie questa forma di investimento, che un tempo era invece rappresentata dalla scelta di piani di accumulo o dal conto deposito migliore in quel momento. Per quanto riguarda le cifre del premio medio annuo, invece, si parla di circa 900 euro annui, non cifre da capogiro, ma che messe a frutto danno comunque una certa sicurezza.

* Giornalista, attualmente cura la sezione news su siti a tema finanza, tecnologia ed informazione.

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