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Oggi a Ferrara si percepisce un’atmosfera cupa e come un po’ gonfia, dove agiscono persone che determinano ostilità e contrapposizioni frontali inducendo un clima teso che non ricordo di aver mai osservato prima nel corso di decenni.
Uno. Lunedì ero in cima allo scalone monumentale del Municipio mentre si svolgeva l’adunanza del Consiglio comunale, in attesa di parlare con un assessore. Mi passa accanto il signor Nicola Lodi, che ama farsi chiamare Naomo, in compagnia di tre ragazzoni che nella mia memoria erano tutti con teste rasate e ricchi di muscoli; tronfi e molto sicuri di sé, come del tutto assenti di dubbi. Apparivano frequentatori di palestre e volti a esercizi di forza piuttosto che adusi a biblioteche e lettori di libri. Uno mi ha detto: “Lei stia attento a quello che scrive perché qualcuno potrebbe arrabbiarsi.”; ho risposto che non lo conoscevo e mi sono girato dall’altra parte. In passato avevo pubblicamente definito il signor Lodi in questione “una maschera grottesca” e più recentemente avevo avvicinato il noto storico ferrarese Andrea Rossi a Pendenza, nota figura della nostra città di un passato recente, originale e consapevolmente un po’ balzana ma, avevo sottolineato, simpatica. Il premuroso avviso di un amico sconosciuto o un maldestro tentativo di intimidazione? Ognuno valuti come crede. Fatto sta che l’episodio mi ha fatto pensare in parte a filmati d’epoca con gerarchi in camicia nera che passano su quello scalone (e la storia spesso si ripete con modalità ridicole o grottesche) ma ancora di più a narrazioni e testimonianze del nostro concittadino Balbo con le sue squadre specializzate in spedizioni punitive.
Due. Nelle stesse ore ho saputo del ritrovamento di alcuni proiettili in città a ridosso di un edificio comunale, fatto di poche ore prima e segnalato alla Digos.
Tre. Nelle stesse ore da una telefonata ho saputo di fatti agiti da varie parti e volti a creare problemi ad una associazione della nostra città che si occupa dei diritti di una minoranza fortemente contrastata dalla destra più intollerante.
Quattro. Nelle stesse ore ho saputo di parole uscite da una persona che dovrebbe essere fra quanti garantiscono lo stato di diritto e che invece erano un insulto alle fondamenta dello stesso.
Tutto nel giro di pochi minuti.
Un clima che Ferrara non conosceva da decenni. Cosa succede? Serve una reazione pacata, un’agenda politica, una risposta/proposta nonviolenta e non retorica.

Cordiali saluti.

Ferrara, 26 giugno 2018

Mario Zamorani
presidente di Radicali Ferrara

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