Intervista mons. Perego a “La Voce”: missione, giovani, politica e città
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Da: Redazione “La Voce di Ferrara-Comacchio”
Le unità pastorali, i laici e la missione, le chiese chiuse dal sisma, i giovani, la politica e il futuro del nostro territorio. Le proprie parole strumentalizzate e alcune amarezze ma soprattutto i tanti progetti per l’avvenire della Chiesa locale.
In una lunga intervista sull’edizione de “la Voce di Ferrara-Comacchio” del 13 settembre 2019, mons. Gian Carlo Perego fa il punto della situazione a più di due anni dal suo insediamento alla guida della nostra Arcidiocesi e all’inizio di un nuovo anno pastorale. “Più attenzione alla vita comunitaria”, è il suo richiamo a parrocchie, unità pastorali e vicariati, per porre al centro il “discernimento e l’elaborazione condivisa”, all’insegna della sinodalità.
Tre sono le parole chiavi nelle sue parole: “missione”, “incontro” e “poveri”. E’ necessario dunque “allargare la responsabilità e la corresponsabilità – ci spiega -, creare occasioni di dialogo, uscire da forme superbe di dogmatismo e di giudizio”: “la missione – sono ancora sue parole – chiede di superare l’abitudinarietà, la ripetitività; chiede ascolto e confronto; chiede il coraggio della proposta”.
Fra gli altri temi trattati, quello delle chiese ancora chiuse dal sisma del 2012: la speranza del Vescovo è “che le risorse messe a disposizione dallo Stato attraverso la Regione e, nel caso della Cattedrale, anche dal Mibact, possano superare i rallentamenti burocratici, che comprendiamo in alcuni casi anche necessari, per velocizzare i tempi della riapertura di beni che sono importanti non solo per la comunità cristiana, ma anche per lo sviluppo economico e culturale, turistico della città”.
Altre riflessioni riguardano i giovani (“una città della cultura, qual è Ferrara, non può che attrarre i giovani e per questo occorre dare largo spazio alle iniziative artistiche, musicali e culturali in genere”), e la politica: dato che “in politica si sta tornando al corporativismo”, “per formare alla politica, serve che alcuni luoghi associativi, le stesse parrocchie, diventino ‘laboratori’ in cui il dialogo, il confronto, le esperienze facciano crescere le persone con ‘l’interesse’ – come diceva don Milani – per il bene comune, con la passione per gli altri”.
In attesa della nuova Lettera Pastorale, disponibile a breve, dove alcune di queste riflessioni verranno ulteriormente sviluppate.

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Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani