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di Francesco Fiore

Dati orribili, spaventosi e in continua crescita. Nel luglio 2015 sono arrivati in Europa oltre 107mila migranti, il triplo dell’anno precedente, nei viaggi hanno perso la vita più di mille persone. Una migrazione senza precedenti nella storia, che l’Europa sta affrontando in modi contraddittori, dai muri dell’Ungheria che rievocano il più tragico passato del nostro continente agli episodi di accoglienza come quello visto alla stazione di Monaco, in Germania.

Nella diretta di Radio 3 Mondo, ieri ospite di Internazionale, si è parlato di scenari del prossimo futuro, esplorando con gli ospiti gli eventi storici attuali che avranno un impatto tangibile sulla conformazione geopolitica  mondiale. Dal dialogo ritrovato tra gli Stati Uniti e Cuba, all’unione politica ed economica dell’Unione Europea fino ai grandi movimenti migratori dal continente africano alle coste del Mediterraneo. Alla vigilia dell’anniversario della strage di Lampedusa, che ha visto 368 persone morire a pochi chilometri dalla costa siciliana, il tema dei migranti è sicuramente l’aspetto con cui l’Europa, e l’Italia, devono confrontarsi con più urgenza.

Analizzare questo fenomeno solo attraverso i numeri e l’osservazione distaccata mette in ombra il ruolo di chi decide, consapevolmente, di affrontare un viaggio massacrante attraverso la terra dell’Africa e l’acqua del Mediterraneo. Si rischia di parlare solo di aride cifre e non di persone, disumanizzando e privando della loro identità migliaia di viaggianti, che siano profughi di guerra o migranti economici.

Per questo la giornalista Federica Cellini ha voluto raccontare, attraverso l’installazione Draunara (situata in piazzetta Sant’Anna), le storie più piccole e significative di chi è sbarcato nell’isola di Lampedusa, attraverso le immagini dell’arrivo ma sopratutto i suoni sintetizzati dei punti cardine dei racconti dei migranti, dai camion roventi nei quali hanno raggiunto le coste africane, alle prigioni libiche fino al mare e le intimidazioni degli scafisti durante la traversata del Mediterraneo.
Attraverso la conoscenza delle persone e delle loro storie individuale si possono comprendere le sofferenze di chi sbarca sulle coste europee, ed estendere a tutto quell’universo sociale il sentimento di accoglienza che è da sempre presente negli abitanti di Lampedusa, per spingere a una azione politica tesa a proteggere le persone, non le frontiere.

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Redazione di Periscopio



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