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Internazionale a Ferrara:
Edizione straordinaria focus Europa e disuguaglianze

Articolo pubblicato il 18 Gennaio 2021, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 6 minuti


Da: Eleonora Mazzeo

Internazionale a Ferrara: Edizione straordinaria focus Europa e disuguaglianze

“Se l’operazione di Next Generation Eu funzionerà potrebbe essere ripetuta” ha detto Paolo Gentiloni in una intervista esclusiva durante l’ultimo appuntamento di Internazionale a Ferrara, che si è chiuso ieri. Con anche le testimonianze dalla Bielorussia, un ragionamento sulle disuguaglianze con il prof. Zamagni e un approfondimento sull’ascesa delle nuove destre. Prossimo appuntamento con il festival 13 e 14 febbraio, ancora una volta in diretta streaming.

In diretta streaming

Si è chiuso ieri l’appuntamento di gennaio di Internazionale a Ferrara, il festival di giornalismo organizzato dalla rivista diretta da Giovanni De Mauro con il Comune di Ferrara. Un’edizione con un format nuovo per “un festival ponte” che vedrà un appuntamento al mese in streaming sul canale Facebook del settimanale fino a maggio. Gli incontri hanno costituito un approfondimento sulla grande sfida che oggi aspetta l’Unione Europea. Il vecchio continente si trova ad affrontare una pandemia che ha acuito la crisi sociale e ha portato con sé effetti inaspettati. Così, se da un lato abbiamo assistito al rafforzamento delle destre e a nuova spinta verso le manifestazioni per le libertà fondamentali, dall’altro abbiamo osservato l’Europa muoversi come un soggetto unico per far fronte all’urto causato dall’epidemia: Recovery Fund e campagna vaccinale ne sono un esempio. Se ne è parlato in “Una sfida per l’Europa”, sabato 16, con Paolo Gentiloni, Commissario Europeo per gli affari economici e monetari, a colloquio con i corrispondenti della stampa estera, Jérôme Gautheret, Le Monde e Silvia Sciorilli Borrelli, Financial Times (evento in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea).

“Il 2020 è stato per l’Unione Europea un anno terribile dal punto di vista dell’impatto sanitario, economico e sociale della pandemia – ha spiegato il commissario Gentiloni – Ma anche straordinario per tre motivi: abbiamo visto l’Ue presente, all’avanguardia addirittura, nei confronti del cambiamento climatico, lanciando la sfida del Green deal europeo (e io penso che abbia avuto ragione), poi – ha aggiunto – la risposta economica senza precedenti alla crisi sanitaria; infine l’idea del debito comune per obiettivi comuni”. Inoltre, ha annunciato l’ex premier “se l’operazione di Next Generation Eu funzionerà potrebbe anche essere ripetuta. Magari su obiettivi diversi e forme diverse”. Gentiloni ha poi sottolineato come non sia ”un problema di risorse del Recovery ma se saremo in grado di spenderle bene e non sprecarle, il punto è il valore aggiunto qualitativo e quantitativo che saremo capaci di mettere nei piani e per questo lavoriamo molto. Dobbiamo tirare fuori il massimo da questa cosa senza precedenti”‘.

Ma si è discusso anche di come l’epidemia da Covid-19 si sia rivelata come crisi sociale, acuendo le disuguaglianze che sono generate dalle regole del gioco economico e soprattutto finanziario. L’occasione è stata la presentazione di Disuguali (Aboca Edizioni, che ha collaborato all’evento), il volume di Stefano Zamagni, professore economista e ex presidente dell’Agenzia per il terzo settore, oggi presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali. Insieme a lui Laura Serrano Conde, giornalista spagnola, corrispondente in Italia dell’Agenzia di Stampa Efe. Durante l’incontro, Zamagni ha spiegato che sarebbe più corretto parlare di sindemia perché la pandemia sanitaria non colpisce tutti allo stesso modo : “il virus – ha detto l’economista – non è l’unico responsabile della crisi sociale e infatti non ha colpito nella stessa misura e con le stesse modalità i diversi gruppi sociali. La disuguaglianza è un fatto che contribuisce assieme ad altri ad acuire i guasti che un fenomeno come l’infezione va determinando”. “Le disuguaglianze – ha continuato Zamagni – sono funzionali al capitalismo perché tengono basso il costo del lavoro ma sono pericolose. Negli ultimi 40 anni le disuguaglianze sono aumentate e tenderanno sempre più ad aumentare per ragioni strutturali. Di fronte a questo si reagisce con misure paternalistiche che sono inadeguate e c’è un problema culturale a capire che la lotta alle disuguaglianze è importante per ragioni di natura etica e perchè sono le minacce più forti alla democrazia, come ci insegnano i fatti recenti”.

Domenica 17 gennaio il festival è partito con una discussione tra Nadia Urbinati, politologa alla Columbia University e il politologo olandese Cas Mudde a partire dalla nuova indagine di quest’ultimo, Ultradestra. Radicali ed estremisti dell’antagonismo al potere (Luiss University Press). In Ultradestra, Mudde dimostra come l’emergere di forze un tempo considerate eversive non sia una tendenza episodica ma il momento culminante di un processo lungo anni che ha portato allo sdoganamento di stili, linguaggi e politiche un tempo ritenuti pericolosi. I recenti fatti americani confermano questa tesi: “l’estrema destra è stata una minaccia per decenni negli Stati Uniti e nei grandi paesi europei, in questo senso non era una novità – ha detto Mudde – ma sono rimasto sorpreso dalla violenza potenziale che i facinorosi potevano sprigionare e dal fatto che non solo abbiano cercato di attaccare Capitol Hill ma che siano anche riusciti a entrare. Quello che abbiamo visto il 6 gennaio scorso è stata una risposta inadeguata da parte delle forze dell’ordine che di solito è energica in questo tipo di azioni. Invece li hanno lasciati entrare, dobbiamo ricordarcene. Mi aspetto che all’insediamento di Biden lo stato sia più preparato”. Mentre Nadia Urbinati ha spiegato come le destre europee e statunitensi siano accomunate da “una concezione antidemocratica di nazione escludente, identitaria, machista, nativista con visione espulsiva che può cambiare il senso delle nostre democrazie”. Per entrambi un contributo alle destre estreme è stato dato dalla crisi economica del 2008 “perché davanti all’inerzia delle socialdemocrazie hanno avuto la possibilità di avere la rappresentanza delle classi lavoratrici attraverso politiche sovraniste e protezioniste” ha spiegato Urbinati mentre Mudde ha aggiunto che “gli schemi della destra estrema sono stati adottati prima dai partiti del centrodestra e poi del centrosinistra e questo rende il XXI secolo diverso rispetto alla fine del XX secolo”.

Si è parlato infine delle proteste contro il regime di Aleksandr Lukashenko durante “La rivoluzione gentile in Bielorussia” (incontro in collaborazione con Parlamento europeo – ufficio di Milano) con la politica socialista belga Maria Arena, membro del Parlamento Europeo; Hanna Liubakova, giornalista bielorussa, e Veronika Tsepkala, attivista politica bielorussa. In apertura è stato mandato un video con il messaggio in cui Svetlana Tikhanovskaya, leader dell’opposizione bielorussa, ha chiesto che le sanzioni europee vengano estese. Veronika Tsepkala ha sottolineato che “le proteste sono pacifiche per volere degli stessi manifestanti e vanno avanti da 5 mesi per chiedere che la Bielorussia diventi un paese democratico, che ci siano libere elezioni e che siano subito liberati i prigionieri politici. Esortiamo donne, lavoratori e pensionati, studenti a continuare a scendere in piazza ogni domenica, altrimenti Lukashenko trasformerà la Bielorussia in un paese invivibile”. Hanna Liubakova ha invece descritto il carattere orizzontale dell’opposizione a quella che lei definisce una “dittatura personalistica di stampo militare”, “c’è una grande attivazione di quartiere, orizzontale, con una grande auto organizzazione a livello locale che diventerà un modello per il futuro della nostra governance. Dobbiamo conservare questo ecosistema di attivismo locale cosicché in primavera la protesta possa riemergere con forza rinnovata”. Liubakova ha aggiunto che “nessuna richiesta dei manifestanti è stata soddisfatta e intanto la repressione non si è mai fermata, diventando ancora più capillare”. Maria Arena, nel ricordare l’impegno del Parlamento Europeo con le sanzioni al regime di Lukashenko, ha detto che “difendere la democrazia in Bielorussia è importante per l’Europa, per dimostrare che diritti fondamentali sono ineludibili e se non sosteniamo il popolo bielorusso sarà un precedente molto pericoloso per la stessa unione”.

Gli incontri di questo fine settimana e tutte le indicazioni per seguire il prossimo appuntamento il 13 e 14 febbraio sono disponibili sul sito di Internazionale: www.internazionale.it/festival

 

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani