Inquinamento ambientale da PFOA. Studio coordinato da Unife dimostra gli effetti su ormoni sessuali e fegato
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Il contaminante ambientale non biodegradabile PFOA, l’ acido perfluorico octanoico, è in grado di alterare l’espressione di geni coinvolti nel differenziamento sessuale e nella detossificazione dei tessuti. E’ quanto dimostra lo studio, finanziato e coordinato da Unife e condotto in collaborazione con l’Università di Siena, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “Environmental Toxicology and Chemistry”.
“I risultati dell’indagine molecolare – riportano i ricercatori – hanno permesso di evidenziare per la prima volta che le dosi ambientali di PFOA stimate nel Po possono alterarel’espressione genica di CYP19A, l’enzima che converte il testosterone in estrogeni negli organi riproduttivi maschili e femminili, e di GST, un enzima detossificante che agisce a livello del fegato”.
Gli scienziati hanno precisato che “la ricerca ha utilizzato come modello di studio la carpa, un pesce d’acqua dolce impiegato per testare gli inquinanti ambientali. I risultati conseguiti sono dunque preliminari e necessitano di ulteriori studi per una loro validazione e impiego nell’uomo”. “I dati di questo lavoro sono molto significativi perché lasciano intravedere una possibile applicazione nell’uomo per identificare le alterazioni a carico degli ormoni sessuali e del fegato nei soggetti esposti al PFOA, come accaduto di recente nelle provincie di Vicenza, Verona e Padova e alcuni anni fa negli USA” spiegano gli studiosi.
Lo studio, coordinato dalla Professoressa Fernanda Martini di Unife, ha visto la partecipazione dei Professori Elisa Anna Fano e Giuseppe Castaldelli e della dottoressa Luisa Giari del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie di Unife, del Professor Mauro Tognon e del Dottor John Charles Rotondo del Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale di Unife e della Dott.ssa Cristiana Guerranti dell’Università degli Studi di Siena.
Questo studio rappresenta l’evoluzione di importanti ricerche pubblicate dal gruppo del Professor Castaldelli riguardanti l’accumulo di PFOA e gli effetti istologici di tale composto sia in pesci catturati in Po sia esposti in laboratorio.
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