Incendio filiale Bofrost di Ferrara: lettera aperta
Tempo di lettura: 2 minuti
Da Edoardo Roncadin
Ragazzi non scherziamo e non giochiamo a vedere complotti a tutti i costi.
Mi riferisco al brusio che è partito sulla pagina facebook del Messaggero Veneto, dopo che l’autorevole “nostro” quotidiano ha scritto: «Ancora un grosso incendio colpisce l’impero di Edoardo Roncadin».
Leggo commenti a ruota libera, dalla “puzza di bruciato” al paventare l’esistenza di un “racket” o di una “mafia”.
Capiamoci: basta fare una ricerca su internet per scoprire che nelle ultime 72 ore ci sono state decine di incendi in aziende e in attività commerciali in giro per l’Italia: da quello di Cormons -per stare nella nostra zona-, passando per Senigallia, Sant’Agata Feltria, Roncadelle e Trezzano sul Naviglio, solo per citarne alcuni. Che vogliamo dire, che c’è un filo rosso che li lega tutti?
Facciamo chiarezza almeno su alcuni punti:
1) per l’incendio alla mia azienda di pizze surgelate a Meduno l’ipotesi del dolo è stata subito esclusa. Siamo ancora in attesa della chiusura delle indagini ma questo appare pacifico. Tanto che l’area industriale non è mai stata posta sotto sequestro
2) bofrost non è certo una parte del mio impero (ammesso che io abbia un impero): sono azionista di bofrost e ne sono presidente del consiglio di amministrazione. Ma non sono operativo e la gestione di bofrost è affidata ad un amministratore delegato e ad una squadra di manager capaci
3) le cause dell’incendio di Ferrara ancora non le conosciamo. E attendiamo che tecnici, periti e magistrati facciano chiarezza
… aggiungere che non ho ricevuto minacce di alcun tipo da nessuno è pleonastico. Ma a questo punto utile e doveroso. Anche se tutta la mia concentrazione va solo alla necessità di ripartire e di garantire i livelli occupazionali e di qualità di prodotti e servizi.
Edoardo Roncadin

Sostieni periscopio!
Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani