INSOLITE NOTE
In viaggio sospinti dal “Respiro” dei Pablo e il mare
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“Respiro” è il terzo album dei Pablo e il mare, quintetto con predilezione per i timbri acustici e i suoni mediterranei, guidato da Paolo Antonelli, autore dei brani e front man del gruppo. I dieci pezzi di questo ultimo disco confermano la felice vena autoriale di Antonelli, ricca d’intuizioni melodiche e ritmiche che spaziano dal pop al rock, sino alla bossa nova, in una mistura stilistica certamente originale.
“Respiro” è un viaggio tra luoghi reali e immaginari, evocati dalla foto della copertina scattata nelle saline dell’Isola di Mozia, non lontana da Ferdinandea, piccola Atlantide italiana. La nebbia veneziana di “Ammanta” si perde nell’astrazione del “Giappone”, una scelta estetica, ma anche di vita, che aleggia nell’intero disco: “Tu hai bisogno di bandiere… fammi cambiare opinione, voglio provare un nuovo punto di vista, impara l’arte della coltivazione del dubbio, il gioco del possibilista…”.

L’anima pop del gruppo emerge sin dalle prime note di “Tortuga”, il brano di apertura dell’album, colonna sonora del bel video diretto da Fabrizio Vacca, premiato al The Online Film Festival (Best Music Video, settembre 2015) e al The Monthly Film Festival (Best Videoclip, luglio 2015).
“Di più” è il secondo pezzo guida, una dolce e leggera ballata, una riflessione sui ritmi della vita, alla ricerca di un attracco sicuro, prima di essere catturati da una scala mobile, come suggerisce una delle tante metafore amorose di cui è ricco il testo: “Si corre troppo quaggiù, non sei d’accordo anche tu, io e te ci meritiamo di più… a volte dovremmo fermarci a tirare un po’ il fiato, un momento per mordere il freno e saltare giù dal treno…”.
L’isola sottomarina e corsara è “Ferdinandea”, il vulcano emerso soltanto per sei mesi prima di sprofondare nuovamente nel 1832. In quei pochi giorni l’isola fu contesa da borboni, francesi e inglesi. Ora quella terra riposa nel limbo, tra Sciacca e Pantelleria, una perla nera senza padroni, simbolo di libertà, come sottolinea la canzone di Antonelli, accompagnata dallo struggente violino di Francesco Coppotelli.

“Il mio amico Cedro” parla di Luca, hawaiano e un po’ naif, destinato a diventare “musicabile” strisciando e pisciando sui muri di Torino, nel pieno della giovinezza senza fine e della maturità ancora da venire. Un ritratto di amicizia, una sfida all’inesorabilità della vita, con qualche accenno jazz.
Il viaggio prosegue a ritmo di bossa nova con “A Bahia”, profumata di cannella e caffè, e con “A testa alta”, dove si naviga controvento sospinti da un piacevole contrasto musicale, mentre in “Nausicaa”, i capelli di medusa e gli occhi zingari sono quelli di Valeria, la compagna di Paolo. Chitarra e violino accompagnano il cuore sottobraccio di “Sottovoce”, delicato brano di chiusura del disco, che conferma come i Pablo e il mare sappiano: “Dare un posto a una canzone e spazio a un’emozione”.
“Respiro” parla di viaggi, storie, amori e amicizie, attraverso dieci racconti piacevolmente musicati con la leggerezza e l’estro del talento, dote che non manca al gruppo e al suo autore, le cui potenzialità sono ancora da esplorare compiutamente.

Pablo e il mare sono:
Paolo Antonelli (voce, chitarre)
Marco Ostellino (batteria, percussioni e mani)
Andrea Ferraris (pianoforte e sintetizzatori)
Francesco Coppotelli (violino)
Fabrizio “Brisiu” Cerutti (basso elettrico e contrabbasso)
Michele Bernabei, ha suonato tromba e filicorno in “Tortuga” e “Il mio amico Cedro”.

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William Molducci
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