da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna
I dati diffusi oggi in Regione nel corso del primo appuntamento del percorso partecipato per la realizzazione al nuovo Piano energetico regionale. L’assessore Costi: “I dati ci dicono che l’Emilia-Romagna è un territorio all’avanguardia anche nell’efficienza del sistema delle infrastrutture per l’energia”.
Bologna – Oltre un terzo (36%) dell’energia elettrica prodotta in Emilia-Romagna nel 2014, deriva da fonti rinnovabili i cui impianti costituiscono il 30% del totale. Una rete elettrica variegata ed efficiente, che ha visto negli anni crescere la diversificazione nella produzione resa possibile anche grazie agli incentivi pubblici rendendo così competitive nuove forme di generazione basate su fonti rinnovabili.
Di reti e distribuzione dell’energia se ne è parlato oggi in Regione nel corso del convegno “Infrastrutture a rete ed evoluzione verso le smart grid”, primo appuntamento del percorso partecipato per la realizzazione del nuovo Piano energetico regionale dell’Emilia-Romagna e che ha visto coinvolti nella giornata di oggi rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico, del mondo dell’università e della ricerca, delle aziende di produzione e distribuzione dell’energia.
«I dati ci dicono che l’Emilia-Romagna – ha evidenziato Palma Costi, assessore regionale alle Attività produttive e Piano energetico – è un territorio all’avanguardia anche nell’efficienza del sistema delle infrastrutture per l’energia. Il Piano energetico regionale, che nasce come percorso partecipato che stiamo realizzando, ha un obiettivo duplice. Da un lato ottenere risultati di risparmio energetico e di efficienza, aumentare fonti alternativa e ridurre le emissioni, dall’altro, creare opportunità di crescita per le imprese green, uno dei settori maggiormente in espansione in Emilia-Romagna, che ha tenuto il mercato in questi anni di crisi economica».
Sul percorso per il nuovo Piano energetico regionale risulta «fondamentale – ha aggiunto Costi – il ruolo dei consumatori quali protagonisti della transizione energetica, ma anche di ricerca e innovazione per sviluppare tecnologie e reti intelligenti in grado di creare anche nuove opportunità per le imprese».
L’Emilia-Romagna segue così il trend nazionale dell’ultimo decennio, che ha visto una crescente differenziazione del parco di generazione dell’energia, necessaria per garantire la sostenibilità economica ed ambientale del sistema energetico.
In particolare, nel settore elettrico, secondo i dati pubblicati da Terna aggiornati al 2014, gli impianti alimentati da fonti rinnovabili rappresentano circa il 40% della potenza complessiva installata in Italia e il 43% della produzione totale.
Il Piano energetico regionale e il Piano triennale di attuazione puntano a raggiungere entro il 2020 gli obiettivi fissati dall’Unione europea di risparmio energetico e di produzione di energie rinnovabili, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi sull’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica.
Secondo i dati diffusi nel corso dell’incontro, l’infrastruttura per la distribuzione elettrica in Emilia-Romagna può contare su un alto grado di efficienza, anche in rapporto alla media nazionale. Infatti se si confrontano la durata media annuale delle interruzioni, senza preavviso, nella fornitura di energia elettrica, l’Emilia-Romagna fa registrare il dato di 38 minuti persi per ogni interruzione, contro i 54 della media nazionale. È poi praticamente dimezzato, rispetto alla media nazionale, il numero medio delle interruzioni lunghe senza preavviso: 2 in Italia, poco più della metà in Emilia-Romagna. Stesso rapporto per quanto riguarda il numero medio delle interruzioni brevi senza preavviso: 2,11 a livello nazionale contro l’1,29 in regione.
La rete che in Emilia-Romagna può contare su 31 chilometri di impianti per l’alta tensione, circa 33 mila chilometri per la media tensione e circa 69 mila chilometri per la bassa tensione. Un ulteriore elemento di modernizzazione della rete è costituito dalla diffusione capillare dei cosiddetti “contatori intelligenti” (smart meters), ormai fondamentali per fornire ai consumatori, ai distributori e ai fornitori di elettricità un accesso agevolato a dati di consumo accurati. Un elemento che favorisce i consumatori mettendoli in condizione di conoscere i propri consumi e ricevere bollette elettriche basate su consumi reali per essere protagonisti del raggiungimento degli obiettivi fissati.
In Italia la quasi totalità dei clienti finali (circa il 98% nel 2014) è equipaggiato con contatori intelligenti. Soltanto Svezia e Finlandia raggiungono tassi così elevati di diffusione degli smart meters, mentre nel resto d’Europa la loro diffusione è notevolmente inferiore.
Questo tipo di misurazione rappresenta solo uno dei tasselli che vanno a comporre le “smart grids” o “reti intelligenti”, una frontiera che la stessa Unione europea indica come strategica per favorire la generazione distribuita dell’energia e l’incremento dell’efficienza delle reti.
Una smart grid si può infatti identificare come un innovativo sistema di trasmissione e di distribuzione dell’energia – interattivo, affidabile, flessibile e sostenibile – incentrato sugli utilizzatori e basato sul mercato dell’energia. Sono infatti molteplici i campi di applicazione delle reti intelligenti sui quali la ricerca sta investendo risorse e intelligenze; si va dall’integrazione tra le fonti energetiche tradizionali e quelle rinnovabili, allo sviluppo di tecnologie di accumulo innovative e più efficienti, all’infrastrutturazione tramite sistemi di ricarica intelligenti a favore dello sviluppo di veicoli elettrici.
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