In cerca della rivoluzione: riflessioni, critiche e note di campo dalla Tunisia
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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife
Il 22 maggio il seminario del Laboratorio di Studi Urbani
Cosa rimane in Tunisia della “rivoluzione”, a distanza di quattro anni? Come si intrecciano queste narrazioni e la memoria di quei giorni con la quotidianità del paese? Come è cambiato il tessuto sociale? Che ruolo hanno svolto le élites in questa transizione? Quanto l’identità religiosa è entrata in campo?
Questi alcuni dei quesiti a cui verranno chiamati a confronto antropologi, sociologi e scienziati politici, europei e tunisini, che hanno attraversato il territorio e svolto un’indagine sul campo, nel seminario “In cerca della rivoluzione. Riflessioni, critiche e note di campo dalla Tunisia” , venerdì 22 maggio, alle ore 14.30, in Aula A del Dipartimento di studi Umanistici di Unife (via Paradiso, 12.)
Spiegano Giuseppe Scandurra e Alfredo Alietti, co-direttori del Laboratorio di Studi Urbani e promotori dell’iniziativa: “L’incontro intende indagare, con approccio multidisciplinare, gli eventi che hanno caratterizzato il contesto tunisino a ridosso della caduta del presidente Ben Alì, per approfondire la comprensione delle dinamiche politiche e delle condotte individuali nel panorama postrivoluzionario. Se da una parte è possibile riscontrare una vasta produzione di narrazioni della rivoluzione, le osservazioni sul campo spesso rivelano una realtà più complessa e articolata”.
Numerosi saranno gli interventi, a partire da quello di Valeria Verdolini, sociologa di UniMi, che parlerà del modo in cui le élite urbane di Tunisi e i membri dei circuiti attivisti (artisti, blogger, giornalisti) raccontano la loro esperienza della rivoluzione e i cambiamenti intercorsi durante la transizione. Stefano Pontiggia, antropologo di UniFe, tratterà invece del sud tunisino, del ruolo che i suoi abitanti hanno avuto durante il periodo rivoluzionario e delle difficoltà della transizione nelle regioni dell’interno. Nadia Marzouki, ricercatrice in scienze politiche dell’Istituto Europeo di Firenze), illustrerà i lavori all’Assemblea Nazionale Costituente e il ruolo che in esso ha svolto un termine chiave nelle dinamiche politiche nazionali, quello del consenso. Si proseguirà con un focus sul femminismo tunisino, sulla sua lunga storia e sulla partecipazione al processo rivoluzionario dell’inverno 2010-2011, con Orsetta Giolo, giurista di UniFe, che traccerà un quadro della sfide attuali e future. Martina Tazzioli, ricercatrice in scienze politiche dell’Università finlandese di Oulu, tratterà il tema della migrazione in e dalla Tunisia a seguito della rivoluzione e presenterà gli esiti di un’inchiesta sul campo profughi ONU di Choucha, nel sud-est del paese. Concluderà la serie di interventi Giuseppe Scandurra, antropologo di UniFe, che aprirà un dialogo con i ricercatori sulle tematiche oggetto del seminario.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani