In arrivo il decreto per il premio alla coltivazione di grano duro in filiera
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Da: Coldiretti
Il decreto interministeriale prevede premi ad ettaro di grano duro seminato nel 2016 per la campagna di raccolta 2017, a fronte della sottoscrizione di contratti di filiera, in forma singola o associata.
Successivamente alla ormai prossima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto interministeriale, gli agricoltori potranno accedere ad un premio per ettaro per la produzione di grano duro legata a contratti di filiera e destinato alla produzione industriale e non alla produzione di grano ‘da seme’. Il premio può essere richiesto per il grano duro raccolto nel 2017 (semina dell’annata agraria 2016/2017) e prevede un ammontare di risorse complessivo pari a 10 milioni di euro.
La proposta prevede la possibilità per le imprese agricole di ottenere un premio per la coltivazione di grano duro di importo massimo pari a 100 euro per ettaro. Per poter ricevere il premio è necessario che l’impresa agricola sottoscriva Contratti di Filiera. Tale contratto deve essere sottoscritto dai produttori di grano duro in forma singola o associata (Cooperative, Consorzi e Organizzazioni di Produttori riconosciute e di cui l’impresa è socia) e deve avere una durata almeno triennale. La verifica dell’effettiva sottoscrizione del contratto dovrà avvenire entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto, mentre il termineultimo per la presentazione della domanda sarà definito da Agea.
Ogni agricoltore potrà ricevere il premio solo per i primi 50 ettari e per un ammontare complessivo pari a 15.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari. E’ bene precisare che il limite dei 50 ettari è il limite applicato all’erogazione del premio e non al numero di ettari che possono essere oggetto del Contratto di Filiera. Ciò vuol dire che quest’ultimo potrà interessare anche una superficie maggiore, ma all’agricoltore sarà riconosciuto il premio al massimo su 50 ettari.
Per poter ricevere il premio è necessario presentare un’apposita domanda all’Agea secondo le modalità da essa definite. Alla domanda devono essere allegate: dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà sugli aiuti ‘de minimis’ percepiti negli ultimi tre anni, copia del Contratto/Contratti di Filiera sottoscritti da tutti i soggetti interessati (se il contratto è sottoscritto in forma associata, il Contratto di Filiera deve essere integrato da copia dell’impegno/contratto di coltivazione tra la Cooperativa, il Consorzio e l’Organizzazione di Produttori e l’impresa agricola socia) e la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà con gli identificativi catastali delle particelle coltivate a grano duro e la relativa superficie in ettari.
Inoltre, il contratto di filiera deve almeno indicare: la superficie a grano duro oggetto di contratto che non può eccedere la superficie inserita nel Piano Colturale della DU; la varietà di grano duro da coltivare, impiegando sementi certificate; le pratiche funzionali al miglioramento qualitativo delle produzioni.
Importante è l’aspetto della semente certificata. Infatti, nel Contratto di Filiera è necessario indicare le varietà di semente certificata impiegate, le quali devono risultare iscritte al Registro nazionale delle varietà o al Catalogo comunitario. Inoltre, l’agricoltore deve allegare alla domanda da presentare la copia della fattura di acquisto delle sementi certificate, riportante l’indicazione della categoria e del numero di identificazione del lotto e dovrà seminare una quantità di semente ad ettaro pari almeno a 150 chilogrammi. La fattura di acquisto delle sementi e il/i cartellino/i ufficiale/i devono essere conservati dall’agricoltore ai fini dei controlli.
Il Contratto di Filiera può essere sottoscritto tra: produttore agricolo e industria molitoria, produttore agricolo e industria pastaria, produttore agricolo con industria molitoria e pataria, centri di stoccaggio (tra cui i Consorzi Agrari) con industria molitoria e pastaria. Per quest’ultima casistica, il contratto di filiera deve essere integrato con la copia dell’impegno/contratto di coltivazione tra il centro di stoccaggio e l’impresa agricola.
Gli Uffici Coldiretti sono a disposizione per ulteriori approfondimenti.
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