da Giorgio Bottoni
Caro direttore, ti segnalo il tema trattato nel numero di “Left” uscito il 7 luglio che ripropone la questione tuttora insoluta che era stata posta, alla fine del 2013 e all’inizio del 2014, dall’inchiesta promossa dal quotidiano che dirigi. Mi sembra vi sia la conferma di quanto ho sostenuto con lettere e l’intervista a cui hai gentilmente offerto spazio. Left gli dedica la copertina con il titolo “Spending review”, col bianco rosso e verde espresso nell’emblema del Pd.
Il pezzo che descrive la copertina si conclude con la frase che riporto integralmente. “Dietro il tira e molla tra territori e nazionale, c’è anche la famosa questione delle Fondazioni Ds: sparse in ogni angolo del Paese, alla nascita del Pd hanno ricevuto in dote gli immobili degli ex comunisti, mentre i debiti sono rimasti a Roma. E adesso sono molti a volerci mettere le mani sopra, a cominciare dagli stessi democratici. In attesa che l’ex tesoriere della Quercia, Ugo Sposetti, apra i cordoni della borsa. Ma il rischio è che finisca tutto nelle tasche delle banche, che vantano crediti di centinaia di migliaia di euro dai vecchi Ds”.
Il mio intento l’ho ribadito intervenendo anche nella riunione che si è svolta nel Circolo del Pd “A.Lambertini” di via Bologna, dopo il recente voto del 25 maggio, per appunto ribadire che bisogna stare attenti alle sempre possibili amare sorprese, quali potrebbero essere le espropriazioni e per evitarle bisogna definire una precisa prospettiva non risolvibile con la gestione delle fondazioni, per patrimoni che sono unicamente beni strumentali delle organizzazioni territoriali, realizzate con propri autonomi sacrifici e con la finalità, di esserne i proprietari e per poterci svolgere la propria iniziativa. Altri usi e finalità sarebbero grave e inaudita espropriazione .
Cordiali saluti e auguri di buon lavoro.
Giorgio Bottoni
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