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Da: Università di Ferrara/strong>

Martedì 20 novembre 2018, ore 14 – Aula A12, via Guglielmo degli Adelardi 33

Sono oltre cinquecento i ricercatori europei che recentemente hanno firmato un documento che invita a seguire “approcci razionali, realistici, scientificamente informati” per “rompere con soluzioni politiche miopi e inadeguate che oltre a generare situazioni di crisi umanitarie comportano un ulteriore inasprimento delle relazioni politiche”. Ma spiegare chiaramente dati, peraltro complessi e interpretabili, non basta. Un approccio razionale, scientificamente informato non è sufficiente. La percezione individuale e l’esperienza soggettiva non possono essere declassate a insufficienze cognitive e informative dei cittadini.

Immigrazione e percezione. Non bastano i dati è l’incontro pubblico organizzato per martedì 20 novembre alle 14 al Polo universitario di via Adelardi 33. L’obiettivo è coinvolgere i cittadini in un confronto fra le diverse prospettive di analisi di questo tema complesso e delicato. L’organizzazione è a cura del Laboratorio di ricerca in storia e comunicazione della scienza DOS – Design of science e dal Master in giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara in collaborazione con il corso di Sociologia generale.

Intervengono, Alfredo Alietti, sociologo dell’Università di Ferrara e Antonio Ciniero, sociologo dell’Università del Salento e ricercatore dell’ISTAT, introdotti da Marco Bresadola e Michele Fabbri, direttori del Laboratorio DOS

“I dati a disposizione dell’opinione pubblica sull’immigrazione sono spesso frammentari e talvolta presentati in maniera ‘partigiana’ stiracchiandoli da una parte all’altra in base agli interessi dei partiti. Il che contribuisce spesso a proiettare un’ immagine distorta della realtà.” Lo afferma il recente studio “Immigrazione italiana: tra realtà e percezione” dell’Istituto Cattaneo. Che rileva anche come il nostro Paese sia, in Europa, uno di quelli con la maggior distanza fra “percezione” e dati reali del fenomeno. L’istituto Cattaneo, noto per il rigore delle sue analisi, è uno fra i numerosi soggetti che in questi anni ha raccolto ed elaborato dati, con l’obiettivo di supportare un dibattito pubblico scientificamente informato. Inevitabilmente, ricerche di questo tipo finiscono per rilevare uno scarto – a volte anche molto forte – fra dati e percezione sociale del fenomeno migratorio. E per concludere che il problema è una comunicazione insufficiente, sbagliata o, come di moda nell’epoca delle fake news, manipolata.

“In questa prospettiva – afferma Michele Fabbri, condirettore del Laboratorio DOS- saremmo un Paese di potenziali razzisti ignoranti a cui è necessario far capire come stanno veramente le cose. Ma è proprio vero? Colmare il deficit di informazione è la via maestra per allentare la tensione sociale e migliorare la qualità democratica delle decisioni? Come discutere dati che provengono da fonti diverse e riferiti a gruppi di popolazione non omogenei? Come tener conto del fatto che di fronte alla percezione fortemente influenzata da esperienze soggettive, il valore dei dati può non essere efficace?”

“L’incontro del 20 novembre è il primo del ciclo Controversie – dichiara Marco Bresadola, direttore di DOS – Le controversie sono una caratteristica fondamentale dell’attività scientifica e lo sono a maggior ragione oggi, in un’epoca in cui la scienza è sempre più complessa e le sue interazioni con la società sempre più strette. Il Laboratorio DOS svolge ricerche sugli aspetti pubblici delle controversie scientifiche e soprattutto sui loro aspetti comunicativi.”

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