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IMMAGINARIO
Sconcezze ferraresi.
La foto di oggi…

Tempo di lettura: 2 minuti

Mentre oggi ci si affanna dietro a invettive religiose e tonanti anatemi, basta passeggiare per le belle e nobili vie del centro di Ferrara e alzare lo sguardo per rendersi conto che ben più terrene sono le nostre origini.

Via della Concia, già Vicolo Sconcio.

“Parte dalla via Vegri e va alla piazzetta o largo Celio Calcagnini.
Anticamente si chiamava la via di Ognissanti dalla vicina chiesa parrocchiale di tal nome, esistente già nel secolo XIII: prese poscia il brutto nome di vicolo Sconcio perché diomora di meretrici, e perché dei bruti umani, non soddisfatti dei vicini lupanari, commettevano turpitudini nel brutto vicolo! Vicino era l’abitazione del boia, o carnefice.
Il Consiglio Comunale, con voto del 10 novemnre 1908, deliberava di soddisfare il desiderio di molti cittadini e di mutar nome all’oscura e diffamata viuzza, facendola chiamare col nome di vicolo della Concia – da una fabbrica, o Conceria, esercente in quei pressi l’industria della concia delle pelli di animali, industria esistente nella nostra città fino dal 1399″.

Il testo proviene dalla ristampa del libro di Gerolamo Melchiorri (1851 – 1921) “Nomenclatura ed etimologia delle piazze e delle strade di Ferrara” del 1918, a cura di Carlo Bassi, 2G Editrice 2009.

OGGI – IMMAGINARIO STORIA

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

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via concia - ferrara - immaginario
foto di Stefania Andreotti
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Stefania Andreotti

Giornalista e videomaker, laureata in Tecnologia della comunicazione multimediale ed audiovisiva. Ha collaborato con quotidiani, riviste, siti web, tv, festival e centri di formazione. Innamorata della sua terra e curiosa del mondo, ama scoprire l’universale nel locale e il locale nell’universo. E’ una grande tifosa della Spal e delle parole che esistono solo in ferrarese, come ‘usta’, la sua preferita.


PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)