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Un “patchwork” è un lavoro fatto di tanti pezzi di colori, forme o materie diversi. E quello della mostra che si intitola “Patchworks”, nel salone d’ingresso del palazzo Municipale, è un lavoro fatto di immagini inedite della città e delle sue presenze femminili. Volti e luoghi inquadrati e fotografati da donne che vengono dall’Africa, dell’Est Europa o dal Sud America e che in comune hanno l’arrivo qui, in questa città, dove hanno trovato accoglienza per fuggire da violenze, schiavitù, sopraffazione. La mostra è il risultato di un progetto del Centro donna giustizia di Ferrara in collaborazione con le fotografe professioniste Ippolita Franciosi e Letizia Rossi. Una carrellata di immagini che dà forma per la prima volta alla creatività e ai pensieri di donne migranti, che raramente hanno l’occasione di raccontare la loro visione della realtà o di esprimere la propria fantasia nello spazio pubblico della città. Il titolo è in inglese perché questa è la lingua che accomuna il dialogo tra le partecipanti di varie nazionalità.
“Patchworks, the face of freedom is female” è visitabile liberamente in cima allo scalone del Municipio, a Ferrara, fino a giovedì 2 aprile.

OGGI – IMMAGINARIO FOTOGRAFIA

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…
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L’immagine usata anche nella locandina della mostra “Patchworks”
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Un’immagine della mostra “Patchworks” in palazzo municipale di Ferrara
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Una delle foto di “Patchworks”esposta fino a giovedì 2 aprile
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Altra immagine della mostra
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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it

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