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il video di oggi:
Milena Gabanelli
a Bologna
Il Corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università di Bologna in collaborazione con l’insegnamento di Comunicazione Giornalistica ha organizzato un ciclo di conferenze dal titolo: “Cinque lezioni di giornalismo”.
Dopo Marco Imarisio, inviato del Corriere della Sera, Marco Damilano inviato dell’Espresso, Peter Gomez direttore del Fattoquotidiano.it, e Amedeo Ricucci, inviato speciale del Tg1, l’ultimo appuntamento è stato quello di ieri, sul “giornalista d’inchiesta”, con Milena Gabanelli.
Milena Gabanelli ha dialogato con la professoressa Giovanna Cosenza (coordinatrice del Corso di laurea in Scienze della Comunicazione, Università di Bologna) e il professor Mauro Sarti di Comunicazione Giornalistica.
Freelance da sempre, Milena Gabanelli ha cominciato a collaborare con le tre reti Rai nel 1982 con programmi di attualità, poi passata al reportage per il programma “Mixer”: è l’unica giornalista italiana a mettere piede sull’isola dove vivono i discendenti degli ammutinati del Bounty. Sempre per Mixer è inviata di guerra in moltissimi Paesi: Ex Jugoslavia, Cambogia, Vietnam, Birmania, Sudafrica, Territori Occupati, Nagorno Kharabah, Mozambico, Somalia, Cecenia. Nel 1991, introduce in Italia il cosiddetto “videogiornalismo”: abbandona la troupe e inizia a lavorare da sola con la sua videocamera. Teorizza il metodo e lo insegna nelle scuole di giornalismo.
Nel 1994 Giovanni Minoli le propone di occuparsi di un programma sperimentale fatto di servizi realizzati da neo-videogiornalisti. È così che nasce “Professione Reporter”, un programma di rottura con gli schemi e i metodi tradizionali. Nel 1997 è lei a proporre un nuovo format, “Report”: l’inchiesta vecchio stile si rinnova attraverso l’uso di nuovi mezzi, abbattendo i costi e permettendo agli autori di dedicare più tempo all’inchiesta.

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Redazione di Periscopio
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)