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Tass, la storia di Stefano Tassinari (Italia/2014/90′) di Stefano Massari sarà proiettato al cinema Arlecchino di Bologna, via Lame 57, mercoledì 11 giugno alle 19,30 nell’ambito del BiograFilm festival 2014 [vedi il trailer ufficiale]

 

Coniugava la passione politica con il rigore etico e concepiva la cultura non come privilegio di casta ma strumento di emancipazione per tutti. Stefano Tassinari, figura eclettica del panorama culturale italiano, è mancato due anni fa (l’8 maggio 2012), ma di lui e della sua opera si continua a parlare attraverso continue iniziative che testimoniano l’affetto di coloro che lo hanno conosciuto e il bisogno di coltivare il suo pensiero.

Scrittore, giornalista e politico ferrarese trapiantato a Bologna, ma sempre intimamente legato alla propria città, Tassinari è stato un intellettuale a tutto tondo, che ha concepito l’impegno culturale come essenza di un progetto politico di profonda trasformazione della società.

Il suo agire era orientato da una ben precisa e connotata concezione politico-sociale movimentista, sempre attenta e sensibile ai fermenti e ai mutamenti sociali. Non a caso Stefano Tassinari è apprezzato e riconosciuto interprete letterario delle istanze partecipative e degli impulsi di radicale trasformazione che in Italia hanno avuto il loro acme fra il 1968 e il 1977. Di quella mancata rivoluzione democratica si ritrovano significative tracce e illuminanti interpretazioni praticamente in tutta la sua opera narrativa, con particolare insistenza nel romanzo “L’amore degli insorti” e nel suo ultimo lavoro, la raccolta di racconti edita sotto il titolo “D’altri tempi”. Ma già le vicende legate alla lotte di liberazione in Spagna e in Italia, narrate in “Il vento contro” e “L’ora del ritorno”, possono esserne considerate un prologo, così come “I segni sulla pelle” che racconta, con stile letterario ma trasparenti riferimenti alla cronaca, la tragica vicenda del G8 di Genova può in qualche misura rappresentarne una sorta di epilogo.

Stefano concepiva l’impegno letterario non come esaltazione di un talento individuale ma, al contrario, come affermazione di una dimensione collettiva dal fare attraverso l’arte della parola scritta, un esercizio che raggiunge un esito particolarmente significativo nella raccolta “Lavoro vivo”, opera narrativa frutto di una pluralità di contributi attorno al tema dei diritti e della tutela dei lavoratori.

Parte significativa del suo impegno si è indirizzato al lavoro giornalistico, quello svolto a Ferrara specificamente con Luci della Città, e il successivo a Rete 7 prima e per l’Unità e Liberazione successivamente, sino alla sua ultima creazione, la rivista Letteraria di cui è stato fondatore e direttore fino al giorno della sua scomparsa, avvenuta a seguito di una terribile malattia contro la quale ha lottato per anni con la forza e la tenacia che gli erano connaturati.

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Sergio Gessi

Sergio Gessi (direttore responsabile), tentato dalla carriera in magistratura, ha optato per giornalismo e insegnamento (ora Etica della comunicazione a Unife): spara comunque giudizi, ma non sentenzia… A 7 anni già si industriava con la sua Olivetti, da allora non ha più smesso. Professionista dal ’93, ha scritto e diretto troppo: forse ha stancato, ma non è stanco! Ha fondato Ferraraitalia e Siti, quotidiano online dell’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco. Con incipiente senile nostalgia ricorda, fra gli altri, Ferrara & Ferrara, lo Spallino, Cambiare, l’Unità, il manifesto, Avvenimenti, la Nuova Venezia, la Cronaca di Verona, Portici, Econerre, Italia 7, Gambero Rosso, Luci della città e tutti i compagni di strada


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