Immagina di svegliarti all’alba e di non sapere che fare del resto della tua vita.
Immagina di sentire il respiro calmo di tua moglie che dorme.
Immagina di fare piano e vestirti per uscire col tuo cane a fare un giro nel parco.
Immagina che il vento ti frusta la faccia e un cielo grigio non promette nulla di buono.
Immagina che metti le cuffie e scegli a caso una canzone.
Immagina che quella canzone ti scalda il cuore mentre il mondo intorno è freddo e ostile.
Immagina che inizi a piangere anche se ti vergogni un po’ e non riesci a smettere di riascoltarla.
Contro il vento, contro la pioggia, contro le incertezze della vita…
E il tuo cane che ti guarda e ti segue dappertutto senza chiedersi perché.
Perché odiare? Perché maltrattare? Perché uccidere?
Il tuo cane non lo sa, e nemmeno tu in fondo.
Eppure succede, eccome se succede… e tu piangi per una canzone.
Immagina che torni a casa e vedi tua moglie e senza dirle nulla l’abbracci e la baci.
Immagina che lei ti guarda e non capisce, ma ti ama e questo è l’importante.
“John, ti ringrazio per avermi regalato questa poesia, come potrò mai sdebitarmi?”
“Carlo, figurati, ho avuto solo fortuna… l’ho scritta di getto e non avevo la minima idea di cosa avevo appena combinato!”
“Un capolavoro, John…”
“L’hanno detto in molti, e questo mi fa piacere… Purtroppo però, il mondo non le ascolta le canzoni…”
“Purtroppo…”
Un uomo può morire e lasciare questo mondo. Una poesia no.
Caro Mark David Chapman, la tua follia ha ucciso un uomo. Ma né tu né questo folle mondo potrete mai uccidere nessuna canzone e nessuna poesia. Esse vivranno per sempre e sopravviveranno a tutti i carnefici.
Per il bene di tutti noi, nonostante tutti noi.
Imagine (John Lennon, 1971)
Illustrazione di copertina di Carlo Tassi
(Riprende, reinterpretandola, la famosa e discussa foto scattata da Yoko Ono davanti alla finestra dell’appartamento di New York all’indomani della morte di John. Nella foto, gli occhiali che indossava quando venne assassinato. Vedi foto)
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Carlo Tassi
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