da: organizzatori
“Trenta giorni pedalando per dieci stati dall’Italia a Caponord. Il viaggio raccontato dalla protagonista, Ilaria Corli”
Venerdì 18 settembre 2015, ore 17.30 – Sala dell’Arengo – Piazza Municipale, 2.
La notte del 20 giugno sono partita con la Bike Night. Non sono abituata ad avere i riflettori addosso. E’ stato bello partire insieme agli amici, essere superati da gente curiosa che mi faceva domande, ma non vedevo l’ora di essere sola, appena dopo Mesola.
E’ stata un’emozione positiva dietro l’altra. E’ come se quel viaggio che sognavo e tante volte mi immaginavo di compiere, avesse avuto modo di trasformarsi nell’attesa nel viaggio perfetto. L’esperienza degli anni precedenti ma anche la preparazione e gli aiuti esterni e mi hanno permesso di godermi questo viaggio come mai mi sarei aspettata.
Al mio ritorno una delle domande più gettonate è stata: Quale paese ti è piaciuto di più? Ciascuno dei dieci stati attraversati mi ha colpito per cose diverse.
Italia: la conosco abbastanza, il nord l’ho girato parecchio in bicicletta, ma non mi sarei mai aspettata di trovare delle persone cosi accoglienti, disponibili, curiose e sensibili. A Gemona sono stata ospitata da una coppia di friulani, che mi hanno continuato a seguire per tutto il viaggio, spesso mandandomi messaggi con il cellulare perché volevano sapere se e dove sarei stata al sicuro.
Sempre a Gemona, la mattina seguente, sotto una pioggia torrenziale, ho incontrato un signore in bicicletta, a cui ho chiesto indicazioni perché avevo sbagliato strada. Nonostante fosse vestito con abiti non antipioggia, mi ha accompagnato fino all’imbocco della ciclabile percorrendo con me 50 km in direzione Tarvisio! più piacere in un viaggio.
Austria: anche l’Austria la conosco abbastanza, con montagne e paesaggi mozzafiato, ciclabili incredibili che fanno venire a tutti la voglia di pedalare.
Repubblica Ceca: è stato il primo confine al di la del quale non ero mai stata. Colline colorate e strade secondarie incredibili che seguono il loro ondeggiare. Mi è piaciuta tantissimo, perché per km pedalavo in tranquillità con il solo rumore delle cicale in sottofondo.
Slovacchia: Nonostante sia confinante con la Repubblica Ceca, l’ho trovata molto più povera, la gente più fredda e distaccata. Ma mi hanno affascinato i paesi con le poche case basse di legno sul ciglio della strada.
Polonia: ho avuto due esperienze stupende con due diverse famiglie. La prima, a Sochaczew, vicino a Varsavia, sono stata ospitata da una famiglia il cui contatto l’avevo avuto da Stefano Bottoni, direttore artistico del Buskers Festival.
Sempre in Polonia, quasi al confine con la Lituania, una sera, in cerca di un albergo in cui passare la notte, ho incontrato una coppia che mi ha offerto una camera della loro casa di vacanza.Sono stata loro ospite senza poter offrire nulla. Con tutte queste persone magnifiche sono sempre rimasta in contatto.
Lituania: Kaunas, città giovane e piena di vita, gemellata con Ferrara, sono stata ospitata dal comune locale in un albergo nel centro storico.
Lettonia ed Estonia: sono gli stati che ricordo meno, sia perché li ho percorsi in un giorno, sia perché in quei giorni ha quasi sempre piovuto.
A Tallinn, come ho preso il traghetto per arrivare ad Helsinki: l’estrema cura che nei paesi scandinavi hanno del verde, la pulizia delle strade, il rispetto che le persone hanno nei confronti dell’altro. Sono arrivata alle 22 al porto, ancora c’era il sole, e da li ho capito che ero a buon punto, ossia in direzione del sole di mezzanotte.
Ma la Finlandia era anche temuta: Le zanzare, il freddo, i pochi paesi, la paura di avere guasti meccanici che non avrei saputo riparare da sola. Ora della Finlandia ricordo le immense foreste, e la E 75 – strada infinita – che congiunge Helsinki a Rovaniemi. Credevo che questa strada mi avrebbe creato difficoltà per la noia dei paesaggi. ma a me è piaciuta per poter entrare in contatto con me stessa, continuare ad ascoltarmi, vivere e gustarmi ogni singolo attimo.
Non sono mancate le numerosissime zanzare ma anche le renne a 1 metro di distanza. Stupendo.
Infine la Norvegia: sono due anni che dico che in Norvegia non ci voglio andare perché è troppo cara, e sono due anni che passo per la Norvegia. La gente è fredda, come è fredda la terra in cui vive, ma offre dei posti incredibili e incredibilmente diversi.
L’arrivo a Caponord è stato spettacolare, una sorta di trapasso dalla civiltà al sogno.
Negli ultimi 30 km ho incontrato pochissime macchine, ricordo che c’era freddo, un po di nevischio, molto nuvoloso e attorno a me solo terra brulla, neanche un albero, solo qualche renna. Trenta km di fatica, di salite dure e discese, che sentivo sempre più impegnative perché avevo voglia di arrivare.
E poi, all’improvviso, quel mappamondo gigante che mi aspettava da anni.
Ovviamente qualche momento difficile l’ho avuto, ne ricordo 3. Il primo è stato il giorno della partenza, che non ricordo con particolare entusiasmo; iniziare con il piede sbagliato è sempre una brutta sensazione. Il secondo è stato in Finlandia, in una giornata di sole, quando sono stata assalita da una ventina di tafani, che hanno continuato a ronzarmi intorno per una decina di km. Il terzo è stato il tunnel per arrivare all’isola di Mageroya a pochi chilometri dalla meta.
Grazie alla pagina FB, agli articoli della stampa, ho avuto la fortuna di essere seguita e incitata da tante persone che non mi sarei aspettata. Ogni sera decine e decine di commenti alla mia pagina mi facevano sempre addormentare felice e fiera di me stessa, e non vedevo l’ora di poter raccontare e documentare il mio viaggio con foto, in modo che anche da casa si potesse assaporare quello che stavo vivendo.
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