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Ilaria Baraldi:
Lettera a Moni Ovadia

Articolo pubblicato il 21 Dicembre 2020, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


da: Ilaria Baraldi

Gentilissimo Moni Ovadia

ho seguito con interesse il suo saluto alla presentazione del rapporto dei diritti globali della Società INformazione onlus di pochi giorni fa.
Anche in questa occasione, come in altre nel recente passato, Lei ha giustamente richiamato l’attenzione sulla vicenda di Giulio Regeni, sulla necessità di non dimenticare e, anzi, di coniugare le azioni simboliche ad azioni concrete perchè i diritti fondamentali siano davvero tali, siano cioè fondativi, ossia rappresentino l’ossatura di ogni civile comunità.
In un altro messaggio, a tre anni dall’omicidio di Giulio Regeni, richiamava le madri di Plaza de Mayo e il loro “non dimenticheremo mai”, per ricordare che occorre esserci sempre, con tutto il nostro impegno.
Da pochi giorni Le è stato affidato un ruolo importantissimo, non di solo prestigio: quello di Direttore del Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara.
Come uomo di Cultura sa quanto la manifestazione anche simbolica, la rappresentazione anche fisica, siano testimonianza di quel “non dimenticheremo”, siano un viatico per l’impegno concreto, che poi deve manifestarsi su altri e alti livelli.
Fino a pochi mesi fa, sullo scalone del Municipio era appeso lo striscione giallo che chiede verità per Giulio Regeni, poi rimosso per ragioni “estetiche” e mai più ricollocato.
Le scrivo per chiederLe di far tornare lo striscione, appenderlo al Teatro da Lei diretto, affinché tutte e tutti possano tornare a vederlo e a ricordare.
Finchè Giulio Regeni e la sua famiglia non avranno la verità che meritano, finchè quella verità non sarà proprietà collettiva, bene comune, è giusto continuare a manifestarne anche simbolicamente la ricerca.
La ringrazio sin d’ora per l’attenzione che vorrà dedicare a un tema così importante per tantissime persone ferraresi
Ilaria Baraldi 
consigliera comunale

 

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani