Natale in tono dimesso se non dismesso, l’abbondanza sta solo nel malessere da cui siamo abitati un po’ tutti, precipitare nello sconforto è quasi inevitabile. Soprattutto quando l’estetica tradisce se stessa sprofondando nella barbarie. Ed è subito allergia. Gli agenti provocatori sono dappertutto e sanno come forzare un sistema immunitario mettendo in moto l’intolleranza al brutto. Oramai gratto da giorni e lo faccio con più veemenza quando cammino sotto i portici del Duomo incrociando con gli occhi il parallelepipedo gigante, il mercatino di Natale, che “okkupa” il listone, il salotto della città, trasformandolo in una piazzola da periferia urbana anni Sessanta.
A differenza di quanto succede nelle altre città d’arte, dove le bancarelle di legno mettono allegria con i loro colori, Ferrara si veste di tristezza, rinnega la bellezza, si propone con un arredo da socialismo reale il cui insuccesso estetico è impossibile da negare. E’ brutto. Lo diventa ancor di più quando lo si sposa a forza con il Rinascimento. La struttura del nostro scontento sarà anche pratica – in caso di pioggia grazie al tetto consente al pubblico di fare lo zapping tra un banco e l’altro – ma non si può guardare. Inoltre è figlia di un’evidente schizofrenia: da una parte la città è impegnata a “vendersi” come salotto della cultura e dall’altra non si preoccupa di mantenere un look consono alla propria mission. Per dirla con maggior chiarezza: non c’è fotografo che impegnerebbe uno scatto per il ‘Christmas Market dell’Unità’.
Il prurito, ovvio, aumenta per orgoglio di estetica ferita. E per solidarietà verso Leon Battista Alberti cui si deve il campanile della cattedrale sotto il quale la “cosa” di Natale prende quotidianamente vita. Tanti auguri architetto e abbia pazienza, poi si smonta.
L’estetica della Festa del regalo ci riporta alle atmosfere del socialismo reale. Le due ultime immagini invece mostrano l’eleganza del mercatino dell’artigianato ospitato domenica sempre sul Listone: la compresenza creava un contrasto stridente
Sostieni periscopio!
Monica Forti
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it