Piccola geografia della memoria. Da e-book a testo cartaceo. Perché in fondo anche nella società delle immagini, e del virtuale, continua ad esistere solo ciò che si tocca, che ha odore, che ha una consistenza. Come le pagine dei libri, per fortuna, e come le macerie provocate dal sisma, per sfortuna. A quasi due anni dal terremoto che nel maggio 2012 ha piegato l’Emilia Romagna, la casa editrice ferrarese Festina Lente ha pubblicato l’e-book. Ora, alla luce del successo ottenuto nei primi due mesi di divulgazione, rilancia con un vero e proprio volume, che sarà presentato il prossimo 6 febbraio, alle 17, alla Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea all’interno del ciclo di conferenze ‘Presente remoto’. Due autori – Emiliano Rinaldi, di Copparo, e Antonella Iaschi, della provincia di Udine – per due differenti registri creativi, frutto delle rispettive riflessioni ed emozioni. Il saggio antropologico e le fotografie, per lui. La rassegna poetica per lei. Uno e unico l’obiettivo. Vedere come i terremoti, tutti i terremoti, dal 400 ad oggi, in Italia come in America, sono stati vissuti, percepiti e soprattutto comunicati dai mass media, «talvolta falsandoli», spiega l’editore, Marco Mari. Composto da un saggio antropologico di Rinaldi, che con un linguaggio semplice e accessibile a chiunque invita a riflettere su come l’argomento viene sviscerato – nei quotidiani, nei fumetti, nei film – e da fotografie da lui scattate corredate da poesie di Iaschi, l’opera è più di una raccolta documentaria, è un compendio che ‘ferma’ le tappe della realtà in movimento. Anche per questo, in concomitanza all’uscita in libreria, editore e autori stanno organizzando una mostra itinerante che sta toccando varie città d’Italia e approderà nei luoghi venuti alla ribalta – ma oggi come prima quasi tornati nel dimenticatoio – del sisma. Quindi Finale Emilia, Cavezzo, Buonacompra. Dove la vita per molti è finita e dove il valore dell’esistenza per tutti gli altri ha assunto nuovi connotati. «E’ un progetto in cui ho creduto molto – spiega Mari – per le prerogative di interdisciplinarità». Le stesse che favoriscono l’interesse dei lettori. «Puntiamo molto sul web», per conquistare giovani, ma anche sulla carta, per i più tradizionalisti. Perché anche l’editoria, va detto, terremoti ne ha subiti tanti, soprattutto per la crisi economica che imperversa. Ma Mari, con la casa editrice fondata nel 2012, ha voluto rischiare, e con una lunga esperienza professionale nel campo e una trentina di titoli fin qui imbroccati, ha puntato sulla ‘memoria’ e su un titolo che «senza moniti e senza denunce» suona come un invito a ricordare, a fissare le emozioni, a trasmetterle. Perché in formato digitale o cartaceo, scrivere e pubblicare equivale a vivere. E a lasciare traccia della propria anima. Anche quando le tracce sono macerie.
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Camilla Ghedini
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