Il Teatro Nucleo di Ferrara in collaborazione con l’Istituto Gramsci presenta “Le aporie del teatro in carcere”
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Da Libreria Ibs Libraccio
Venerdì 29 settembre alle 11.00 Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara
Un’analisi del lavoro del teatro nella Casa Circondariale” C.Satta” di Ferrara, attorno ai due spettacoli che gli attori-detenuti del Laboratorio Teatrale presentano nel programma del Festival:
L’irresisitibile ascesa degli Ubu da Alfred Jarry e Me che libero nacqui al carcer danno, studio sul “Combattimento di Tancredi e Clorinda dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso.
Presentazione della rivista Quaderni del Teatro Carcere edito dal Coordinamento Regionale Teatro Carcere e di ASTROLABIO, il giornale della Casa Circondariale di Ferrara
Modera l’incontro Roberto Cassoli alle 18.00 Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino
Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara
Programma collaterale di Internazionale “Intanto a Ferrara” In collaborazione con Elba Book Festival
e Università degli Studi di Siena Premio Lorenzo Claris Appiani 2017 per la traduzione letteraria.
Presentazione delle opere vincitrici Requiem per un soldato di O. Pavlov,
Meridiano Zero e di Che disgrazia l’ingegno, di A. Griboedov Marchese Editore
Partecipano all’incontro Rosa Mauro e Marco Caratozzolo Modera l’incontro Giulia Marcucci
Università per Stranieri di Siena
Presentazione delle opere vincitrici del Premio Lorenzo Claris Appiani 2017 per la traduzione letteraria, quest’anno dedicato alla lingua russa.
Seguira’ tavola rotonda: “La cultura contemporanea nella Russia di oggi”.
Requiem per un soldato di O. Pavlov
requiem per un soldatoLa trilogia “Racconti degli ultimi giorni” di Pavlov è un’opera semiautobiografica dai toni incisivi e universali, degna di rientrare a pieno titolo nella grande Letteratura Russa. Un resoconto narrativo assieme realistico e lirico, cadenzato da un delicato black humour, capace di immergerci nei tragici abissi in cui l’Esercito Russo è sprofondato negli emblematici anni della dissoluzione dell’Impero Sovietico. Un ragazzo costretto a prestare servizio militare obbligatorio per due interi anni doveva da un lato sopravvivere a risse interne ed estorsioni da parte di superiori e commilitoni, dall’altro fronteggiare terribili asperità, estremi disagi e un’insensata violenza istituzionalizzata. Requiem per un soldato, considerato il capolavoro di Pavlov, è la descrizione del surreale ed estenuante viaggio del drappello funebre incaricato di un Cargo 200 (procedura per il trasporto di bare militari) da una remota guarnigione dell’Asia Centrale fino a Mosca. Il protagonista dovrà consegnare ai suoi famigliari il corpo di un soldato che ha commesso suicidio, incapace di far fronte alla spietata e insensata assenza di ogni giustizia nelle dinamiche quotidiane della vita militare dell’esercito russo. Il banchetto funebre si trasforma in una schiamazzante rissa di alcolizzati da cui alcuni non usciranno vivi, altri finiranno in carcere. L’atmosfera di vile e spregevole crudeltà che impernia l’intera situazione, così come l’animo del giovane coscritto responsabile della bara, Aleksej Cholmogorov, ci lascia addosso l’assurda sensazione che forse, in fin dei conti, il soldato suicida si ritrovi, nel contesto della circostanza, a essere la persona più fortunata. Con questo romanzo breve si chiude la trilogia letteraria (e di denuncia) di Pavlov, abitata da uomini che vivono, in condizioni di cattività, nelle sconfinate vastità delle steppe asiatiche: paradosso che determina la melodia e il tono di tutta la sua particolarissima prosa.
Che disgrazia l’ingegno, di A. Griboedov
che disgrazia l’ingegnoAleksandr Andreevi, giovane acuto e brillante dell’alta società russa, torna a Mosca dopo un viaggio di tre anni e si reca subito dall’amata Sofija, che vive con il padre vedovo Famusov ed è ormai innamorata dell’ossequioso segretario, ora stabilitosi in casa loro. Questo è l’inizio di un grande classico della letteratura russa, la commedia Gore ot uma (Che disgrazia l’ingegno, 1825) di Aleksandr Griboedov. Si tratta di un’opera che non può temere confronti per la bellezza dei versi, l’acutezza delle trovate teatrali, l’attenzione ricevuta dalla critica e il riflesso prodotto sulla successiva letteratura e sulla moderna lingua russa: un gioiello che rivive ora in una nuova traduzione italiana, accompagnata dal testo a fronte.
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