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Da AMA Ferrara

I risultati del progetto pilota di Tangoterapia

Ferrara, 21 settembre 2017 Giornata mondiale dell’Alzheimer

Una cura contro l’isolamento. Un modo per sdrammatizzare, per affrontare con il ballo la propria malattia, per stare insieme e riprendere coscienza del proprio corpo. Oggi 21 settembre, in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimerl’associazione AMA – Associazione Malattia Alzheimer di Ferrara durante il convegno regionale “LA MALATTIA DI ALZHEIMER: l’esperienza ferrarese”all’Ospedale di Conaha presentato i risultati del suo progetto pilota realizzato da marzo a giugno scorsi al centro sociale Il Parco.

Il percorso, realizzato in collaborazione con il Centro per i Disordini Cognitivi – Reparto di Neurologia di Ferrara, ha visto la partecipazione di 18 coppie, di cui 13 seguite come caso di studio, suddivise in parti uguali tra pazienti e famigliari. “Il progetto – spiega Paola Rossi, presidente di AMA – intendeva sviluppare un’integrazione maggiore della persona malata all’ambiente circostante, limitandone la stigmatizzazione e l’isolamento, attraverso le tecniche del tango, già utilizzato per altre patologie degenerative come il Parkinson”. L’Alzheimer comporta infatti la morte delle cellule nervose, che comporta anche la perdita della parola e le facoltà motorie. È una malattia che pesa sui famigliari, 24 ore al giorno. “La tangoterapia ha aiutato mio marito nell’equilibrio – racconta Luciana Venco, referente AMA Ferrara e con il marito Rodolfo Cafa tra le coppie di partecipanti al progetto –. La lezione settimanale veniva considerata non un impegno, ma un momento di svago: il tango ci ha sollevato e ci ha fatto conoscere altre persone, sono nate delle amicizie. Ballare ci ha aiutati a sdrammatizzare e abbiamo capito che la cosa più importante è non isolarsi nella malattia”.

“I pazienti e i familiari – evidenzia Paola Milani, psicologa a NeurologiaAzienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara che ha seguito gli sviluppi progetto di Tangoterapia – sono migliorati in tutte le scale fisiche: nell’equilibrio, nella plasticità,nella velocità, nella resistenza e questo significa meno rischi di cadute e di complicanze nella vita di tutti i giorni. Sono migliorati nelle scale che misurano la qualità della vita e nel tono dell’umore, così anche i familiari, anche se meno rispetto ai malati”. In una provincia sempre più anziana, l’Alzheimer è la malattia del futuro.La volontà è quella di replicare il progetto, da proporre tra i metodi di prevenzione nei casi di pazienti in fase iniziale. “Per attuarla in maniera continuativa sul nostro territorio però – conclude Paola Rossi di AMA –, servirà un maggiore coinvolgimento delle strutture, delle istituzioni ed altre realtà già esistenti che si occupano di anziani, con le quali collaborare”.

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