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Da: Ufficio Stampa del Comune di Copparo

Dopo aver letto cose profondamente inesatte ed essendo stato personalmente coinvolto nel cosiddetto Jolanda-Gate, desidero dare il mio contributo a sostegno della realtà.

Leggo dai media che il consigliere Calvano, segretario regionale del PD afferma riferendosi ai sindaci di Comacchio e di Riva del Po: “Le loro parole dimostrano infatti che lo spostamento dei dipendenti è stato concordato e condiviso anche con il sindaco leghista di Copparo, che quindi era a conoscenza e ha approvato la decisione, nel corso di una riunione dell’Unione Terre e Fiumi…”

La cosa mi pare alquanto strana: perché i sindaci menzionati dovrebbero condividere con me sindaco di Copparo una loro scelta relativa al personale dei loro singoli comuni? E peraltro farlo in una riunione dell’Unione Terre e Fiumi, ente di cui il comune di Comacchio non fa neppure parte? E che titolo avrei io per avere persino la possibilità di concordare le loro decisioni?

E’ evidente che il consigliere Calvano abbia preso un grosso abbaglio, legato forse al troppo stress da campagna elettorale che evidentemente non sta andando nella direzione da lui sperata.

Se invece si tratta di un maldestro tentativo di chiedere un supporto da parte mia ai due colleghi sindaci, Calvano può stare del tutto sereno: in vita mia non ho mai negato un consiglio a coloro che hanno reputato utile chiedermelo.

Sempre dai media apprendo che il sindaco del PD di Riva del Po Zamboni, che al momento è anche il presidente dell’Unione Terre e Fiumi afferma che la revoca dell’autorizzazione della dipendente dell’Unione che era stata concessa al comune di Jolanda sarebbe stata presa nella seduta di giunta dell’Unione in data 13 gennaio, come da verbale. Ma quale verbale? Nei giorni scorsi, dopo aver appreso la notizia ho richiesto copia del verbale della relativa seduta di giunta e mi è stato comunicato che il verbale non è ancora disponibile e non lo è ancora al momento in cui scrivo… in quanto la trascrizione non è stata completata e a dimostrazione di questo mi è stato inviato un foglio scritto a mano pieno di segni e correzioni e cancellature che francamente risulta indecifrabile…forse il presidente Zamboni dispone di un verbale diverso? Al termine di quella seduta non ci è stata letta alcuna bozza scritta e nemmeno fatto firmare nulla, neppure come presa visione, né tantomeno come autorizzazione per cui il verbale di fatto non esiste. E aggiungo che se si dovesse concretizzare in futuro un verbale trascritto non corrispondente a quanto stabilito in quella sede, sarà mia cura disconoscerlo subito.

Entriamo poi nello specifico: in data 6 dicembre 2019 la giunta dell’Unione autorizzava una propria dipendente a svolgere attività extra lavorativa presso il comune di Jolanda, come sostanziale conferma di una precedente analoga autorizzazione che era stata concessa da luglio 2019 che sarebbe scaduta il 31/12/2019.

Il dato importante è la tipologia dell’attività: extra lavorativa. Ma se si tratta di extra lavoro, quindi sostanzialmente del tempo libero della dipendente, perché un “ulteriore protrarsi avrebbe inevitabilmente comportato il rischio di creare gravi disservizi agli Enti”, così come detto da Zamboni nel tentativo di giustificare il provvedimento? Anche in questo caso è evidente di come la giustificazione addotta sia falsa.

Inoltre una decisione di tale portata non si sarebbe potuta prendere, in considerazione del fatto che al momento vi è una trattativa aperta tra Unione Terre e Fiumi e rappresentanze sindacali in merito alla riorganizzazione dell’Unione stessa e che durante la trattativa non si possono adottare da parte dell’ente delle decisioni che anticipano la riorganizzazione stessa: cosa da me personalmente rimarcata proprio nella famosa seduta del 13 gennaio e confermata anche nei fatti dato che proprio la riorganizzazione dell’Unione, pur sempre presente nell’odg di ogni giunta viene sempre rimandata proprio perché il confronto sindacale è ancora aperto: rimandata sia nella seduta del 13 che nella seduta successiva del 20 gennaio.

È evidente quindi che l’invio della revoca dell’autorizzazione sia stata una forzatura nei tempi – strano che a dicembre si conceda e a gennaio si revochi – e nei modi: la lettera di revoca annuncia che “a partire dal 1 febbraio partirà un nuovo servizio sotto la responsabilità della suddetta dipendente, che potrà comportare l’impegno massimo presso l’Unione delle 48 ore settimanali”.

Si fa riferimento ad un nuovo servizio (quale?) e si sa già che avrà come responsabile la dipendente in precedenza autorizzata e si quantificano persino le ore che questo nuovo impegno potrebbe comportare… e tutto questo senza che sia stato deliberato nulla da parte della giunta ed in totale spregio rispetto alle regole delle trattative sindacali. Pertanto presumibilmente ora le organizzazioni sindacali interverranno e di fatto stopperanno la suddetta revoca per quanto sopra detto, essendo ancora il confronto aperto.

Io capisco il nervosismo del momento e le difficoltà del PD nel tentativo di sorreggere l’indifendibile, ma non credo che ci si debba comportare in tal modo, anche in considerazione del fatto che come rimarco spesso in giunta dell’Unione il PD pur rappresentando coi comuni di Riva del Po e Tresignana la minoranza della popolazione residente, grazie all’attuale meccanismo di voto che prevede un voto per testa, ha di fatto la maggioranza ed il controllo della giunta.

In qualità di assessore al personale dell’Unione invece vorrei mandare un messaggio di solidarietà ed un grosso abbraccio alla dipendente che si è trovata suo malgrado oggetto di attenzioni mediatiche e che ha visto il proprio nome e cognome dato in pasto ai media; atto di estrema gravità che non trova giustificazione alcuna in questa vicenda, ma che conferma l’abitudine di una certa parte a voler processare chiunque a livello mediatico, anche solo come soggetto coinvolto.

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