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David Weisseberg e Andrea Bergallo sono colleghi, amici e rivali, uniti dalla musica che li ha resi i più noti direttori d’orchestra degli anni Trenta. Il silenzio alla fine, edizioni Sellerio, di Pietro Leveratto è un romanzo in cui la musica dà significato alle esistenze di due uomini diversissimi, persi e ritrovati, legati anche quando la fine ha imposto il silenzio. David, ebreo austriaco, ha una moglie, Therese, con cui quell’antica promessa di amore eterno non vale più perché la vendetta è più forte, la dannazione attrae e la notte inghiotte la volontà di salvarsi.
David per tutta la vita ha accanto Bruno, il suo legale, votato ad accompagnarlo, comprenderlo, cercarlo e aspettarlo nei momenti più bui quando l’alcol sarà il compagno preferito: perché affrontare i propri fantasmi, si chiede David, quando a teatro Siegfried o Otello, le maschere di cartapesta da lui dirette, possono occuparsene?
Il rapporto di lavoro e di tutta una vita tra David e Bruno è centrato sull’egoismo del musicista, sulla sua aura di fama e successo che ha bisogno della dedizione totale di Bruno che sa reggere, come un architrave, “il precario edificio della psiche di David”. Chi sia davvero quest’uomo, lo sa bene la moglie Therese: “sei un animale raro, più sfuggente di un serpente di mare che viva negli abissi più profondi senza curarsi di cosa accada sulla terraferma”. Ma New York costringe David a modificare la sua mappa personale: si lascia andare a incontri, a Julia, senza pace si vede con dieci anni di più addosso e comprende a cosa sia arrivato.
Nel frattempo, Andrea Bergallo, talentuoso e antifascista, scompare in questa New York in cui un sodale di Mussolini, Gaspare Tiralongo, è arrivato per fare proselitismo e difendere i valori della patria. La malavita della grande città inganna Tiralongo e lo fa cadere in una maglia di contatti oscuri, definitivi ed esiziali. David è determinato a scoprire cosa sia successo ad Andrea Bergallo, la rete metropolitana e sconosciuta in cui si è trovato lo porterà, pur in una “catena della colpa”, alla verità sul caso Andrea Bergallo, su cui le indagini delle autorità si stanno ingarbugliando. La verità sarà però taciuta, il silenzio che solo un direttore d’orchestra può decretare, sarà il “necessario compagno” da lì in avanti.
Pietro Leveratto presenterà Il silenzio alla fine mercoledì 31 marzo alle 18.30 sulla pagina facebook del Microfestival delle storie e di Ferraraitalia. Dialoga con l’autore Riccarda Dalbuoni.

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it