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di Carla Sautto Malfatto

Io non ricordo
il sasso che mi spostasti dal piede
quel giorno.
Vuoi che te ne renda merito,
ma io non ricordo.
Il mio incedere è sempre stato
su sentieri impervi e frane,
la stanchezza nello scivolio mai accettato
la vetta mai raggiunta.
Poi ogni giorno le ferite
a rallentare anche il tuo passo,
ma lo starti comunque accanto
davanti o indietro
– e la corda ai fianchi
un cappio, talvolta, che stritola
e il coltello a reciderlo, mai usato,
quando la forra mette in dubbio
anche l’amore
per l’altro e per se stessi –
e lo sguardo tra noi rinnovato
e la rabbia
per quel dono reciproco mancato
di un sentiero piano…
Ma quel sasso
– tra i sassi e i massi che spostammo
l’uno per l’altro – no,
non lo ricordo…

(Carla Sautto Malfatto – tutti i diritti riservati)

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