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di Carla Sautto Malfatto

IL SARTO

A cosa serve questa notte
se non a spurgare fantasmi
dalle pieghe del mio tempo perduto?
Non c’è luce che li dissolva
e solo si rincantucciano come topi
alla lama arrotata del giorno.

Chiamo a raccolta i santi
ma sono i morti il mio rimorso
di occasioni non sfruttate
di baci trattenuti
questioni irrisolte
parole mai dette.

Sembrava il tempo un filo interminabile
da dipanare a piacimento
quasi ne conservassi i capi tra le mani…

Poi, per ognuno, si è reciso
e di queste gugliate ne ho fatto un ginepraio

e sul mio abito affiorano punti d’imbastito
lasciati da un sarto ancora da pagare.

(Carla Sautto Malfatto – tutti i diritti riservati)
da ‘Troppe nebbie’, Edizioni Il Saggio, 2019

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Redazione di Periscopio



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