Il sarto colto di Santa Maria in Vado che amava filosofia e letteratura
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MONACO DI BAVIERA – Andando alla ricerca di una sartoria per un lavoro di rammendo alla mia giacca, mi imbattei per caso in un piccolo laboratorio nascosto nel quartiere vicino Santa Maria in Vado. Chiesi al sarto se poteva farlo subito e mentre stava effettuando il suo lavoro mi guardai attorno e vidi sopratutto una grande quantità di cassette. Quel sarto sembrava annegare in un mare di cassette che, disposte in ordine alfabetico e ben accatastate, arrivavano quasi al soffitto. Gli chiesi se erano delle cassette musicali e lui mi rispose che si, ascoltava anche della musica. Bach, e non Verdi, sarebbe per lui il più grande musicista di tutti i tempi. Gli sarebbe parso di toccare il cielo con un dito se in quel preciso istante avesse potuto ascoltare Fournier suonare le suites per violoncello di Bach. Ma per la maggioranza erano audio-cassette, me ne resi conto leggendo i nomi sul retro delle cassette: Dante, Petrarca, Leopardi, Manzoni, Calvino, Bassani. Tutti i grandi classici della letteratura italiana sembravano essersi dati appuntamento in quel laboratorio . Più di tutti però amava Schnitzler. Aveva letto “Il ritorno di Cassanova“ piu di una volta. Poi mi fece vedere una raccolta di testi filosofici che aveva registrato personalmente. Ascoltava regolarmente la voce del filosofo Hans Gerog Gadamer. Non capiva il tedesco, ma amava ascoltare la voce di un tedesco sopratutto quella di Gadamer. Non gli volli credere, mi sembrava una reverenza forse un po troppo evidente nei confronti del suo cliente tedesco. Ma lui mi mostrò la cassetta e me la fece ascoltare. Rimasi impressionato e commosso. Dietro il suo tavolo da sarto, a portata di mano, c’era anche una copia della “Divina Commedia“ e sapeva recitare quel testo quasi a memoria. Al momento stava ascoltando “Il deserto dei tartari“ di Dino Buzzati. Con quella passione per la letteratura sarebbe stato la gioa d’ogni insegnante e ministro dell’istruzione e mi fece rimanere senza parole. Quando si rese conto del mio stupito interesse per la sua insolita passione, le parole gli sgorgarono dalla labbra. Di tanto in tanto si scusava per tutto quel raccontare, per poi riprendere subito il filo del suo discorso. Il bottone era già stato attaccato, ma lui continuava a raccontare come se da anni nessun cliente si fosse più interessato della sue segrete passioni. E probabilmente era anche vero. Un sarto che svolge silenzioso il suo lavoro “all’ombra delle sorelle ammirate“ come ha scritto Alberto Savinio, immergendosi nella grandi opere della cultura europea; una simile esperienza può essere vissuta solo “nel momento in cui tutti gli altri non guardano“. Un incontro reso possibile dalla semplice necessità di farsi attaccare un bottone”.
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Carl Wilhelm Macke
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