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È lunga e lucidissima la lista dei motivi per cui l’amore non le manca. Va bene ripassarsela ogni tanto, specie quando si inciampa ancora per errore di sopravvalutazione. Viola, la protagonista di Che ci importa del mondo (Rizzoli, 2014) di Selvaggia Lucarelli è un personaggio televisivo sopra le righe, ha un figlio di otto anni, Orlando, molto saggio e un gruppo di amiche, di quelle che sai che ci sono.
Viola non sa cucinare, eppure le ricette per essere infelice le ha sperimentate tutte, conosce i meccanismi dell’inganno e dell’autoinganno, della lusinga e della trappola che finisce per tendersi da sola. Un ex marito con cui continua a litigare, una schiera di uomini che non smettono di deludere e un ex fidanzato che, in quanto ex, rappresenta il retrogusto con cui ci si accinge ad assaporare ogni nuova cosa. E a misurarla con il metro delle cose piccole piccole a cui l’altro ci aveva abituato, anzi costretto, con il cannocchiale rovesciato che ti fa scambiare le briciole per un pasto dignitoso. Ma sempre briciole saranno. È l’illusione “dell’incastro perfetto” che non è altro che abbaglio in un vuoto in cui a riempire sei solo tu, finché, un giorno, il tempo, la volontà o magari un nuovo amore disperderanno del tutto quelle briciole e la loro amara inconsistenza.
“La mia vita è sempre stata un cubo di Rubrik: quando finisco una faccia con tutti i quadratini dello stesso colore, scombino ancora di più le altre facce e devo ricominciare tutto daccapo”. Viola non si stanca di tentare sempre un nuovo inizio, di confondersi tra i mille pezzi sparsi delle sue contraddizioni che a volte si ricompongono e a volte no, ma sempre approdano da qualche parte, verso qualche consapevolezza di sé. Viola comprende che si può cambiare, evolvere proprio grazie a quelli che non cambiano mai e che non siamo riusciti a cambiare, a smuovere, nemmeno con il nostro troppo amore.
Quando ancora Viola stila la lista degli ottimi motivi per cui l’amore non le deve mancare (perché l’amore “ha un’insopportabile faccia tosta, (…) perché l’amore ha le sue ragioni che la ragione dovrebbe portare in tribunale ai fini di processarle, una a una, per crimini contro l’umanità sensibile, (…) perché c’è una crudeltà, nell’amore, che non c’è in nessun altro sentimento”), sa bene che invece le manca e ciò che desidera è “un uomo col cuore sgombro e le braccia spalancate”.
Quest’uomo arriverà nella vita di Viola sorprendendola come capita quando si è distratti dal peggio e non si pensa che il meglio debba ancora venire.

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it