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Se un due diventasse un otto,
saresti felice come star sul canotto.
Se un dieci fosse un tre,
pochi crederebbero in te.
Se un sei si trasformasse in nove
in famiglia ci sarebbe chi si commuove.
Se un ottimo divenisse un sufficiente,
pensi male ma non succederebbe niente.
Se un distinto si facesse buono,
saresti sereno ché non c’è il tuono.
Se i giudizi si travestissero da voti,
c’è il rischio di veder i bambini vuoti.
Se i voti si convertissero in giudizi,
non sarebbero mica dei buoni indizi.
Se a scuola bisogna seriamente valutare,
prima almeno che si provi ad ascoltare.
Ogni bambino andrebbe raccontato,
se vogliam davvero che sia valorizzato.
Ognuno ha bisogno dei suoi tempi,
di dire, di fare, di amici e di esempi.
Gli “ingegni” non si possono invertire,
rimangono tali e quali, lasciamelo dire.
Anche “i dissidi” non si possono rovesciare,
però nella scuola si riescono ad affrontare.
Gli ingegni soltanto, i dissidi possono mandar via,
ci si può provare con rispetto, creatività e fantasia.
Se dopo vari tentativi l’idea dell’altro non ti conquista,
hai comunque imparato a spostar il tuo punto di vista.

Nota 1. Filastrocca liberamente ispirata e suggeritami durante l’ascolto del brano: “If 6 was 9″ di Jimi Hendrix.
Nota 2. La parola “ingegni” è fra virgolette perché è palindroma, se la leggi al contrario rimane uguale. Anche: “I dissidi” se leggi al contrario è sempre “i dissidi”.
Nota 3. Ci sarà il suo bel motivo se gli “ingegni” e “i dissidi” li puoi girare e rigirare ma rimangono sempre tali.
Nota 4. Il titolo “Parlo col rap” se lo leggi al contrario è….

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Mauro Presini

È maestro elementare; dalla metà degli anni settanta si occupa di integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Dal 1992 coordina il giornalino dei bambini “La Gazzetta del Cocomero“. È impegnato nella difesa della scuola pubblica. Dal 2016 cura “Astrolabio”, il giornale del carcere di Ferrara.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it