IL RACCONTO
Il viaggio in treno? E’ tutto un carnevale.
Cronache di un grillo parlante in incognito
Tempo di lettura: 3 minuti
Il treno, questo romantico viaggio d’altri tempi che da comodo e silenzioso spazio per pensare, leggere, evadere, scrivere e riposare può diventare il tuo incubo peggiore. Oggi mi sento molto grillo parlante, non tollero più degrado, incuria e maleducazione. Ma ciò cui sto assistendo, attonita, va oltre ogni immaginazione.
Una signora alquanto in carne pesta la tastiera del suo telefonino con dita piccole e grassocce dove l’unto del supplì o pseudo-involtino che sta consumando rumorosamente si mescolerà presto a orme marroncine color cacca che nient’altro si riveleranno essere che macro tracce di Nutella. La comitiva è alquanto rumorosa non solo per un povero viaggiatore stanco della settimana di lavoro che cerca aria ma per chiunque stia aspirando a un breve e piccolo momento di evasione, anche solo nelle sue cuffiette di un iPad mini. Vanno a Venezia, per il Carnevale, ci manca solo che ora tirino fuori vestiti, trucchi e parrucche. Non ho il tempo di pensarlo che le parrucche saltano fuori per davvero, una bianca e una rossiccia. Capelli ricci. Non pare vero, sta accadendo sul serio. Siamo sul treno Italo Roma-Venezia e succede veramente. Veramente!.
Uno dei commensali domanda se c’è un pezzo di peperonata, ci mancherebbe solo quello. Urla e risa sguaiate (beati loro che sono tanto spensierati e felici), si mescolano ora a un intenso odore che pare di lunga fatica umana ma che in realtà appartiene ancora a un altro pezzo di cibo, ora non facilmente identificabile. Una massa informe. Sacchetti sfrigolanti come fritture di pesce che si aprono e chiudono, un “mo’ me alzo” e sbuca una tipa dal caschetto rosso che da una busta di carta targata tappezziere X estrae, come un prestigiatore il coniglio dal capello, tanta cioccolata.
Schioccano baci e arrivano ora le patatine. Belle unte. Il controllore non passa, i vicini di questa comitiva di 8 adulti indisciplinati e rumorosi che continuano nel loro show vorrebbero fargli cenno. Ma lui non arriva, come sempre, quando serve veramente. Ma dove sei ? Ancora biscotti e cannoli, non scherzo davvero, questo banchetto non termina più. Stanno mangiando dall’inizio del viaggio, ovvero ormai da un’ora e mezza. Uno, in effetti, confessa di sentirsi pieno. Arriva anche il vino. Telefonini che squillano, scambi di video porno (a sentire loro, io grazie a Dio non vedo), una conversazione rumorosa che spazia dalla comunione della nipote al venerdì 17 e il dirimpettaio della signora dalla dita grassocce ora si lecca le sue di dita.
Era rimasto un po’ di residuo ancora edibile, peccato sprecarlo. Il corridoio è bloccato, nessuno passi! Sembra di essere alla mensa di una stazione, quelle di tanti anni fa. Cartacce ovunque. Bottiglia d’acqua rigorosamente tracannata a collo e chi cerca di dormicchiare non ha più scampo. Mancava il glu glu, eccolo. Plin plin, i loro messaggi WhatsApp. Ancora plin plin. Sempre plin plin. Il mio vicino crolla, esausto. Le braccia incrociate, starnutisce all’odore di fumo acre che sta salendo con un nuovo passeggero barbuto a Firenze. Mancano le dita nel naso, che per fortuna non compaiono. Ma ora è il turno dei piedi numero 45 sui sedili. Arghhhh…È la fine. Non so come potrò resistere ancora a lungo. Non mi resta che cercare un po’ di quiete nel vagone ristorante. Sperando che non mi seguano. Giusto perché mancava l’ultimo stuzzichino…
Ps. Spero solo che questi cafoni della carrozza numero 10 si riconoscano nel quadretto. Magari sarà difficile, dubito leggano molto. Se diventassimo un po’ virali forse si ritroverebbero su qualche pagina di social network. Sarebbe bello che nel vedere qualcuno digitare frettolosamente su un piccolo schermo temessero di essere ritratti. Il grillo parlante in incognito. Tremate… le streghe son tornate… Anzi. Hanno appena cominciato. State sereni.
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Simonetta Sandri
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