Skip to main content

Maglioni di lana grossa della nonna e lievi maglioncini di cachemire; capelli rasta e frangette fresche di parrucchiere. E’ curioso vederli tutti insieme. La sera di giovedì scorso su scalinate e banchi della sala del consiglio del Municipio di Ferrara si alternano rockettari e boy scout, signore dell’oratorio ed elettricisti con la passione per le farfalle, giovani coi capelli rasta e aristocratici giardinieri, studenti dell’istituto geometri e nonne tuttofare, i gruppi d’acquisto solidale e il gruppo dei “fruttiprendoli”, un ragazzo dal viso orientale e una coppia di giovani maghrebini.

ferrara-mia-progetto-cura-comune-stefania-andreotti
Tavolo con logo di Ferrara Mia (foto di Stefania Andreotti)

A mettere uno accanto all’altro persone, idee e pensieri così diversi ci riesce il progetto Ferrara Mia. Un’iniziativa piena di buoni propositi che può essere bella già per il nome; riecheggia sì quello di un’azienda di servizi, ma per mettersi in contrapposizione con il concetto di società per azioni che – a pagamento – fa qualcosa per te. L’idea di base è che la persona stessa fa qualcosa, non qualcun altro delegato per lei. E quel qualcosa che fa, lo fa per sé e per gli altri, per una città che è la propria e non un affittacamere da cui si alloggia e a cui si chiede di ammobiliare la propria esistenza.
Riesce bene a spiegare che cosa si intende per “Ferrara Mia” il sindaco, Tiziano Tagliani. Che con piglio deciso, senza appunti né canovaccio, si accalora a dire: “La città è un bene comune non perché c’è un sindaco, un assessore o una società che ha vinto una gara d’appalto. La città è così perché è nostra; per il capitale sociale, culturale e di educazione civica che è capace di mettere insieme. Una città che ha subito degli scossoni, come quello del terremoto ma anche della morte di Federico Aldrovandi di cui ricorre quest’anno il decennale. Ora serve uno scossone in positivo, uno scossone che vada anche a infrangere un sistema di difesa, che a volte blocca le inziative buone, i tanti suggerimenti che arrivano dai cittadini per fare e migliorare, le tante iniziative piene di una creatività produttiva che meritano di essere promosse. Una città che può essere ancora più straordinaria se ce ne riappropriamo, se raccogliamo le lattine abbandonate anziché salire in casa a cercare il numero di telefono della società incaricata di spazzare, se facciamo conoscere e valorizziamo tante pratiche belle e spontanee come quelle della ‘social street’ di via Pitteri o dell’uomo che piantava gli alberi nel parco dell’Amicizia”.

bosco-abbado
Area verde pubblica compresa fra il quartiere Barco e via Padova

E da qui, nella sala del consiglio comunale, inizia il bello, con le facce immortalate dall’obiettivo di Stefania Andreotti. Una sfilza di interventi e proposte, che sono il sale del territorio. Le sorelle Elena e Serena Maioli con Giovanni Oliva parlano del Progetto Combus che coinvolge maestre, bambini e famiglie per cercare di aiutarli ad abbellire le aree verdi vicine a otto scuole cittadine. Il gruppo scout di Ferrara 3 legato alla parrocchia di Santo Spirito, che vorrebbe prendersi cura di piazza Ariostea. Marcello Guidorzi, che descrive il progetto della cooperativa sociale di integrazione lavoro per impiantare un “bosco alimentare” con alberi da frutta e arbusti negli spazi del Fienile di via Raffanello a Baura (tra via Copparo e via Pontegradella). La signora Fergnani che sogna di fare migliorie al parchetto dove va coi nipoti, vicino a via Boschetto, mentre Fabrizia Bovi parla del garage dove raggruppare sporte di acquisti più equi e solidali per gruppi di famiglie felicemente accasate intorno a viale Krasnodar. Federico Di Marco, dell’associazione Ultimo Baluardo, che pensa a edifici vuoti da riqualificare per dare spazio a giovani musicisti o a persone di qualsiasi età in cerca di luoghi dove fare cultura. Carlos Dana del comitato disabili, che applaude all’idea di appianare regole e cartelli, che troppo spesso rendono ancora più difficoltoso il percorso a ostacoli di chi si trova impigliato in mille barriere.
I tempi per informare, promuovere e realizzare i tanti desideri e buone volontà che i cittadini hanno in testa, li ha indicati la portavoce del sindaco, Anna Rosa Fava: sei mesi da adesso a giugno 2015 con 20mila euro a disposizione. I fondi arrivano da uno stanziamento della Regione, che premia il progetto di Ferrara come il secondo più meritevole in Emilia-Romagna e unisce finanza pubblica (11mila euro) e sponsor privati (9mila euro).
A Ferrara Mia si può partecipare, condividere esperienze e magari inserirle nella mappatura o tra le attività di progetto. Info all’Urban Center (tel. 0532 419297), sul sito di Urban Center e su CronacaComune.

ferrara-mia-progetto-cura-comune
Studente dell’Istituto geometri Aleotti (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune-stefania-andreotti
Carlos Dana del comitato disabili (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune
La signora Fergnani (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune
Studentessa dell’Istituto geometri Aleotti (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune-stefania-andreotti
Alessandro Fortini, presidente dell’Ente Palio di Ferrara (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune-stefania-andreotti
Maestra della scuola Aquilone (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune
Fabrizia Bovi per il Gas di viale K (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune-stefania-andreotti
Federico Di Marco dell’associazione Ultimo Baluardo (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune
Marcello Guidorzi parla del progetto di piantare un “bosco alimentare” (foto Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune
Manfredi Patitucci, paesaggista, che ha piantato gli alberi del piccolo bosco cittadino a Barco (foto Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune
Gaia Lembo accanto a Marcello Guidorzi (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune-stefania-andreotti
Maria Lodi del centro sociale La Resistenza (foto Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune-stefania-andreotti
Maria Giovanna Govoni dell’associazione Basso Profilo (foto Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune-foto-stefania-andreotti
Ragazzi di Sonika (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune-foto-stefania-andreotti
Una ragazza del gruppo scout di Santo Spirito (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune
Ercole Folegatti e Elena Maioli del Progetto Combus (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune
Le ideatrici del Progetto Combus (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune-stefania-andreotti
Gruppi coinvolti nel progetto (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune-stefania-andreotti
Sala del consiglio del Comune di Ferrara affollata per la presentazione di Ferrara Mia (foto di Stefania Andreotti)
ferrara-mia-progetto-cura-comune-stefania-andreotti
Tavolo con logo di Ferrara Mia (foto di Stefania Andreotti)
sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

tag:

Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.