IL PROGETTO
“Adotta un’aiuola”, un piccolo impegno per ribadire grandi valori
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“Adotta un’aiuola” è il titolo di un progetto che tiene insieme la concretezza di un impegno da realizzare materialmente e un valore da riaffermare: è anche partendo dalle piccole cose e avendone cura che si contribuisce a migliorare la qualità della vita comunitaria. Secondo questo spirito, la grande area verde pubblica compresa tra via Barlaam, via dello Zucchero, via Leati e via Bulgarelli, è stata oggetto di un significativo intervento di riqualificazione urbana pensato e gestito dalla classe 3^B dell’istituto Aleotti, la cui sede dista pochi metri dall’area. Il percorso è durato tutto l’anno scolastico e proseguirà anche nel prossimo, impegnando sempre gli stessi alunni mossi da grande entusiasmo e felici di mettersi in gioco in un progetto che, oltre che utile, è divenuto anche estremamente formativo.
Questo progetto è stato denominato “Adotta un’aiuola” e inserito nel percorso partecipato Ferrara Mia, come ben spiegato nella giornata di presentazione di venerdì scorso nell’aula magna dell’Aleotti. Durante l’incontro, si sono succeduti gli interventi dei docenti della 3^B Bertelli, Di Stasio e Ghesini, che hanno seguito gli alunni nelle varie fasi del lavoro. Poi è toccato proprio agli studenti, emozionati, illustrare il lavoro svolto e le proposte progettuali.
Il progetto è iniziato dalla consegna di un censimento in forma di questionario ai residenti, strumento utile per ogni iniziativa di cittadinanza attiva che si rispetti ma anche per le prime rilevazioni topografiche portate avanti dagli alunni, oltre che come cassa di risonanza per far conoscere a tutti l’iniziativa.
Molte le segnalazioni e le esigenze dei cittadini raccolte dai ragazzi: dal desiderio di nuovi arredi urbani ai percorsi pedonali, dai campi da calcio da sistemare alla possibile introduzione di illuminazione fotovoltaica, tutte possibili soluzioni che potrebbero rivitalizzare un quartiere dal grande potenziale ma troppo spesso poco sfruttato. Si è inoltre riflettuto sulla vicinanza al polo scientifico-tecnologico dell’Università di Ferrara, i cui frequentatori potrebbero diventare utilizzatori dell’area verde. Durante la presentazione è stato anche ricordato come la riqualificazione dell’intera area urbana debba essere ragionata in modo tale da trasformare questo luogo in un punto di ritrovo piuttosto che di solo transito, una zona che di notte “muore” letteralmente e che dovrebbe tornare ad essere utilizzata anche da quella fascia di giovani che la frequentano ma non la vivono.
Dopo queste fasi preliminari e l’accordo trovato dai ragazzi con il comune, l’Urban center e l’Ufficio verde, il materiale raccolto ha fornito gli spunti necessari per individuare come e dove agire. Sono stati proprio i ragazzi a spiegare le problematiche principali sulle quali si è concentrato il lavoro: i percorsi pedonali (ne è stato individuato solamente uno in tutta l’area) che necessitano di manutenzione e considerati come barriera architettonica, così come gli attraversamenti pedonali, le strade a rischio collisione negli incroci pericolosi, la mancanza di reti e altre strutture nel campo da calcio che diventa inoltre spesso fangoso, panchine poste in maniera non adeguata così come tutto l’arredo urbano, bidoni della spazzatura insufficienti. Tutto ciò in un area di quindicimila metri quadri. Alcune di queste problematiche sono già state poste sul tavolo dei partecipanti al progetto, i quali hanno specificato come si siano già messi al lavoro nel trovare soluzioni come la creazione di rampe alternative, una pista ciclopedonale, nuovi arredi urbani con sistemi ad-hoc anche per i disabili e un punto di ristoro con zona wi-fi libera, utile soprattutto agli studenti che potrebbero così utilizzare l’area verde come luogo di studio.
Tanta insomma è la carne al fuoco, che si compara con la determinazione di questi giovani alunni a prendersi cura del quartiere che frequentano quotidianamente, senza tuttavia tralasciare l’importanza del coinvolgimento di tutta la cittadinanza, poiché la finalità ultima del progetto non è solamente la rivitalizzazione di una zona ma soprattutto un patto condiviso tra scuola, cittadinanza e pubblica amministrazione. Un bell’esempio di come la cittadinanza attiva non abbia età.
Per seguire l’evoluzione del progetto e interagire con i ragazzi per nuove proposte e collaborazioni, c’è il blog di Adotta un’aiuola [vedi].
Foto gentilmente concesse da Marco Caselli
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Andrea Vincenzi
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