Pietro Fenoglio è un uomo di dettagli e sensazioni. Il maresciallo Pietro Fenoglio è uno sbirro che cerca la verità, spesso mutevole, e le va incontro, come uno scrittore con una storia. Sì perchè il buon investigatore si muove come chi scrive, entrambi hanno in mano, cioè in testa, una storia, lo scrittore la deve forgiare e l’investigatore la deve immaginare e ri-costruire. Lo scrittore gioca di fantasia e l’investigatore pure, se non avesse fantasia non potrebbe ipotizzare ciò che non sa, pensadolo plausibile a partire dagli indizi, per poi andare a caccia di conferme. Regola di indagine e di vita per Fenoglio, è mai smettere di fare domande, agli altri e a se stessi.
Il maresciallo Pietro Fenoglio di indizi ne ha, c’è un giovane sospettato quasi indifendibile, una testimone credibile, l’arma del delitto sporca di sangue e le impronte digitali. Eppure questa verità non appare completa, Fenoglio sente che manca qualcosa, c’è una “sensazione sfuggente” che scombussola il quadro d’insieme.
Sembra l’indagine perfetta, tutto si incastra, ci si potrebbe anche fermare lì, se non fosse per “quel disagio” che il maresciallo prova, come quando sembra che manchi la parola giusta o che ci sia un odore nell’aria già sentito, ma difficile da definire, quasi inafferrabile.
Pietro Fenoglio procede così, è uno che cambia il ritmo, difficile per gli altri seguirlo, alla verità ci arriva anche tramite un profumo che gli rimane impresso, perchè il bravo sbirro non solo vede, ma percepisce, ascolta, coglie.
Guai se un investigatore si innamorasse della sua ipotesi senza cercare tutto ciò che potrebbe anche confutarla, oltre a tutte le prove per confermarla.
È bastato, a Fenoglio, cogliere il tono, l’inclinazione della voce nelle poche parole pronunciate dalla ragazza durante l’interrogatorio per procedere nella direzione di ciò che era fuori posto, prendere la strada giusta, quella della verità, e scoprire tutto l’amore che ci stava dietro a quello squallido omicidio.
Una mutevole verità di Gianrico Carofiglio (Einaudi Stile Libero, 2014) è stato scritto in occasione del bicentenario dei Carabinieri, la storia è vera e il maresciallo Pietro Fenoglio, quando è andato in pensione, si è iscritto all’università.
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Riccarda Dalbuoni
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