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di Irma Annaloro

Il territorio – in queste ore è drammaticamente evidente – non è esente da rischi idraulici e idrogeologici. Fra le cause, i mutamenti climatici, lo sfruttamento che si è perpetuato negli anni e la ridotta manutenzione attuale, conseguenza di scarse risorse finanziarie e penuria di personale. Intanto si pensa a possibili soluzioni per prevenire e prevedere situazioni di emergenza. Il presidente dell’Ordine dei geologi dell’Emilia-Romagna, Gabriele Cesari, annuncia la richiesta alla Regione di rendere operativi gli uffici geologici territoriali, organi di coordinamento fra Comuni, Protezione civile e ed esperti di settore.

Presidente Cesari, c’è il rischio che in regione possa presentarsi un’emergenza come quella che ha colpito il territorio Modenese?
L’intero territorio regionale non ha differenze eclatanti e presenta un rischio che non è molto diverso da provincia a provincia. La situazione che si è creata nei luoghi colpiti dall’alluvione trova le sue cause in una pressione antropica e nell’occupazione notevole del suolo. Consideriamo che all’incirca ogni giorno otto ettari vengono occupati da nuove costruzioni. Tutto ciò, chiaramente, si ripercuote sul territorio con un aumento di scorrimento delle acque e un minor spazio lasciato ai corsi. Altri aspetti che aumentano il rischio, sono gli usi più intensivi della terre, la mancata manutenzione e certamente i cambiamenti climatici.

Qual è il quadro geologico del territorio?
L’uso eccessivo del suolo è simile a livello regionale. In Emilia siamo in presenza di maggiori versanti arginosi. La Romagna è più stabile dal punto di vista delle frane e del dissesto geologico. Il problema sorge nel momento in cui il livello delle abitazioni si trova al di sotto dell’argine di un corso d’acqua.

Si possono prevedere e prevenire emergenze di questo tipo?
E’ possibile. A mio avviso bisogna mettere in campo nuove tecnologie per provare a gestire il territorio, fare una previsione del comportamento dei fiumi e gestire eventuali esondazioni. Questo perché le nuove tecnologie sono in grado di offrirci diverse opportunità, come il monitoraggio continuo delle situazioni. E’ un ambito che va sperimentato, ma questo richiede percorsi di lungo periodo. Per affrontare queste sfide è necessario un approccio nuovo e multidisciplinare che tenga conto dei nuovi fattori. Il nostro ordine presenterà, in Regione, una proposta che prevede l’attuazione degli uffici geologici territoriali previsti nella finanziaria. Si tratta di enti di coordinamento tra Protezione Civile e Comuni con il supporto tecnico di esperti. Su questo, la Sardegna si è spinta più avanti. In questo senso, pensiamo a una collaborazione tra un organo come il nostro, composto da professionisti, e gli enti territoriali senza appesantire la spesa pubblica.

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Redazione di Periscopio



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