Skip to main content

Il presidente Anbi Vincenzi: “L’applicazione italiana della direttiva comunitaria sulle acque rischia di penalizzare l’agricoltura del made in Italy”

Articolo pubblicato il 24 Marzo 2015, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: < 1 minuto


da: ufficio stampa A.N.B.I.

“Nel riconoscerci pienamente nell’affermazione ridare dignità a tutte le infrastrutture irrigue, fatta da Erasmo D’Angelis, CapoStruttura di Missione #italiasicura, non posso esimermi dall’evidenziare che l’applicazione della Direttiva Quadro comunitaria sulle Acque, a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei, in Italia corre il rischio di avere una interpretazione penalizzante gli investimenti, il reddito delle imprese agricole, i costi dei prodotti alimentari ed anche di determinare negativamente un’equa gestione della risorsa acqua.
Chiediamo, con forza, un intervento risolutivo ai soggetti politici decisori.”
Questo l’appello, lanciato da Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), a margine degli Stati Generali #acquepulite, tenutisi a Roma per iniziativa della Struttura di Missione presso la Presidenza del Consiglio, alla presenza del Ministro dell’Ambiente, Galletti.
“Se, in materia idrica, i problemi, come indicato oggi, si chiamano progettazione, controlli e monitoraggio, i Consorzi di bonifica ne sono soggetti virtuosi, assolvendo quotidianamente tutte e tre le fasi.
Non solo – conclude Vincenzi – l’Italia è soggetta ad infrazione comunitaria nel campo del riutilizzo delle acque reflue; i Consorzi di bonifica, che già oggi vantano esempi di utilizzo delle acque reflue a scopo irriguo grazie all’applicazione della fitodepurazione, sono modello applicativo di una pratica, oggi frenata da normative inadeguate, di cui A.N.B.I. chiede la riforma.”

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

Tutti i tag di questo articolo:

Riceviamo e pubblichiamo



Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani