Comunicato stampa Genus Bononiae – Musei nella città – Mec&Partners.
La riproduzione dell’opera, frutto di un lavoro di scansione con le più moderne e raffinate tecnologie digitali, entra nella collezione permanente di Palazzo Pepoli e – con la pubblicazione del volume ‘Il Polittico Griffoni. Un dono per la città’ – si arricchisce la lettura critica del capolavoro di Del Cossa e De’ Roberti: monumento perduto e ritrovato del Rinascimento bolognese.
Roversi-Monaco: “Come ogni progetto serio e fecondo, l’esposizione ha stimolato nuove ricerche, incitato a nuove scoperte, aperto nuovi interrogativi. Questo è l’obiettivo da perseguire: offrire occasioni di vero approfondimento culturale”.
Bologna, 11 maggio 2021 – A tre mesi dalla chiusura a Palazzo Fava, la mostra “La Riscoperta di un Capolavoro” – che ha riunito a Bologna dopo 300 anni le 16 tavole del Polittico Griffoni di Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti – prosegue idealmente nelle sale del Museo della Storia di Bologna, a Palazzo Pepoli, che da oggi accoglie in modo permanente la preziosa replica realizzata da Factum Foundation e acquisita nelle collezioni del Museo, grazie ad un accordo firmato con la Basilica di San Petronio.
Nasce proprio in San Petronio nel 2012, per iniziativa dell’architetto Roberto Terra, nell’ambito del restauro architettonico della cappella di San Vincenzo Ferrer, che in origine ospitava il Polittico, il progetto di documentare l’opera perduta grazie alla innovativa e sofisticata tecnologia di Factum Foundation, che ha realizzato la fedelissima riproduzione dell’opera: la scansione e la stampa 3D ad alta risoluzione, la ricostruzione digitale e il ritocco a mano delle dorature.
Collocato a Palazzo Pepoli nella Sala del Sacro, che già ospita le testimonianze dell’antico culto cittadino alla Beata Vergine di San Luca, il facsimile del Polittico consente ora a tutti di vedere riunite le 16 tavole note, nella disposizione che con ogni probabilità corrisponde a quella d’origine. Gli studi avviati per la Mostra e proseguiti con il Convegno Internazionale dell’ottobre 2020 – al quale hanno preso parte illustri storici dell’arte da diversi Paesi – hanno riaperto il dibattito e avviato nuove scoperte.
Partendo da una prima ipotesi di ricostruzione (Cavalca 2013), le ultime indagini hanno confermato che l’impianto prospettico delle tre tavole del registro principale impone una collocazione di questi elementi il cui ingombro in larghezza corrisponde perfettamente alla larghezza della predella vaticana. È inoltre emersa la sostanziale attendibilità del disegno di Stefano Orlandi (1725) conservato all’Archivio di Stato di Bologna, per quanto concerne il numero delle piccole figure di santi collocate in origine sui pilastri laterali della cornice: 12 in tutto. È stata dunque proposta una nuova ipotesi che prevede la sistemazione delle due tavolette leggermente più alte di tutte le altre della serie – la Santa Caterina e il San Girolamo della Collezione Cini – sul lato destro del registro principale, a fianco della figura di San Giovanni Battista, e tutti gli altri santi sui due lati del registro superiore.
La collocazione della copia nel Museo della Storia di Bologna è dunque il frutto di una autentica collaborazione tra voci diverse, resa possibile dall’esperienza espositiva, e trova il suo naturale completamento nella presentazione del volume ‘Il Polittico Griffoni. Un dono per la città’, a cura di Mauro Natale, edito da Minerva Editore.
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