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da: ufficio stampa Confartigianato

Da più parti si rileva come la campagna elettorale per le amministrative del prossimo 25 maggio sia priva di un dibattito. A mancare sono i contenuti. Eppure, le associazioni di categoria, tutte, di proposte ne hanno lanciate a più riprese. Come Confartigianato, già lo scorso settembre avevamo rilevato questo pericolo. I motivi sono tre: la disaffezione dei cittadini verso la politica; la frammentazione del centro destra, che ha perso forza in troppi rivoli puntando tutto o quasi sull’effetto trascinamento dei leader nazionali; il mancato beneficio di Tagliani nel sollevare per primo temi che potrebbero creargli problemi interni. La maggioranza non ha interesse a sviscerare argomenti come la sanità, le opere pubbliche, le sorti delle municipalizzate. Così come l’opposizione non ha su questo fronte ricette e idee. Il fatto che una parte dell’elettorato di centro destra si sia smarcato a favore di Tagliani lo dimostra. Come associazione di categoria abbiamo provato a distinguerci nelle mozioni. Ne è esempio il fatto che non abbiamo sottoscritto con Ascom, Confesercenti e Cna il documento comune da proporre ai candidati. Abbiamo preferito uscire dal coro affermando che i concetti di ricerca e innovazione rischiano di essere falsi miti e servono finanziamenti pubblico privati per tutti e non per alcuni. E abbiamo promosso due tavole rotonde: una lo scorso 7 dicembre, con i segretari di partito; l’altra il 10 maggio, con gli economisti Luigi Marattin e Giulio Sapelli e il Presidente della Camera di Commercio, Paolo Govoni. Ad emergere è stato che rappresentanza e partiti, politica ed economia, non sono antagonisti ma devono sentirsi alleati. Nei mesi lo abbiamo detto chiaramente ai candidati: forniteci progetti concreti, illustrateci strategie per rilanciare lo sviluppo, l’occupazione, i consumi delle famiglie. Create, ad esempio, percorsi a misura di chi accetta incentivi per uscire dal mondo del lavoro dipendente. E a misura di apprendisti. Dateci un’idea di futuro che possa cominciare domani. Non limitatevi a dirci diteci solo di cosa in linea di massima e in maniera trita e ritrita l’economia, le aziende, i lavoratori hanno bisogno. Perché noi lo sappiamo nel dettaglio e lo reclamiamo da tempo. I Buskers, il Palio e le varie rassegne, per quanto belle e importanti, non sono sufficienti perché limitate nel tempo. Ferrara deve diventare una meta appetibile per tutto l’anno, sfruttando ad esempio l’artigianato e il commercio legato alle attività artistiche. Dai prodotti di ferro battuto al vetro decorato, dal pane alle calzature. Ora, nell’imminenza della programmazione dei fondi europei, si potrebbero investire risorse su un progetto comune che diventi attrazione permanente. A pochi giorni dal voto, quel che ancora non sappiamo, e non abbiamo avuto modo di conoscere, è come fare ripartire Ferrara. Fin qui, è stato come raccontare a uno che l’ha già letto il contenuto del giornale. Arrivando in ritardo e non portando novità.
Giuseppe Vancini, Segretario Generale Confartigianato

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