“Bestia!”, penso di pensare mentre mi scorrono davanti agli occhi le immagini della conferenza stampa del potente sciocco di turno, il quale annuncia, con il sorriso beota dei bambini che si ciucciano il dito, di avere sottoscritto un patto di alleanza con Berlusconi. Del potente sciocco mi rifiuto di ricordare il nome, vedo soltanto i suoi occhi sempre sorpresi come di chi non ha capito nulla di quel che gli si dice, di lui ricordo il modo di parlare bleso, con la lingua che s’infila pettegola tra i denti incisivi e obbliga il ragazzo a inzizolarsi per cui il suo alleato diventa Berlutzconi. “O tosco! – direbbe Alighieri mettendolo all’inferno – che per la città del foco vivo ten vai parlando non proprio onesto…” Non mi permetterei mai di mettere un infante alla berlina per il solo gusto dello sfottò, ma qui, in questo momento, in questo paese che sta sprofondando in mare grazie anche (o soprattutto) alla noncurante cupidigia dei palazzinari sui quali la Democrazia Cristiana nell’immediato dopoguerra fondò il suo malinconico impero, dicevo che non mi permetterei mai uno sfottò fine a se stesso se il nostro paese non fosse giunto ormai, con termine caro agli scrittori di calcio, in zona Cesarini. Ma non soltanto economicamente, peggio: moralmente. Ogni popolo, ogni nazione, in qualsiasi regione del mondo, possiede una propria morale su cui ha costruito le sue leggi, le quali, in linea generale, e almeno sui principi fondanti, appaiono abbastanza simili: omicidio, furto, violenza, raggiro, truffa, evasione della tasse, eccetera, sono reati comuni a ogni codice, sottolineando l’unicità della coscienza umana sotto qualsiasi cielo, persino sotto il cielo italiano, dove, se qualcuno l’ha dimenticato, quei valori generali hanno preso forma, nel diritto romano, di regole, di leggi, o semplicemente di broccardi, nel senso che Burchard di Worms, al nome del quale rimanda il termine, diede alle nozioni della più semplice grammatica giuridica. Ora, se dal punto di vista puramente politico il patto tra sinistra, o pseudo tale, e destra è scorretto (ma può essere anche scellerato), perché corrisponde a una truffetta ai danni degli elettori di ambedue le parti, ci sono ben altre considerazioni che condannano le alchimie arzigogolate di tanti politicanti e commentatori, ora così indaffarati a dare senso civico all’accordo del toscano con Berlusconi. La prima è di ordine morale, semplice semplice: non ci si può accordare con un uomo che la giustizia ha condannato in via definitiva e che dovrebbe essere agli arresti domiciliari oppure a eseguire lavori socialmente utili . Non si può, infatti, pensare di costruire una società giusta sulla base di scorrettezze, di sotterfugi (che possono essere tali anche se fatti alla luce del sole), di falsità e di immoralità: la nostra vita deve pur avere un senso morale, se lo eliminiamo azzeriamo d’un colpo tutti quei valori fondanti non tanto del villaggio della nuova vita a cui tutti diciamo di aspirare, ma di una società minimamente legittima. La seconda considerazione è di carattere politico: un solo uomo – se amiamo la democrazia – non può permettersi di vendere non si sa per che cosa la causa a cui credono milioni di cittadini: la sinistra, per tradizione, aspira a una società in cui la povera gente (detta con termine cristiano) abbia i diritti dei privilegiati e addirittura tenda a eliminare il privilegio e, allora, non deve mai, la sinistra, accordarsi con chi è maestro del privilegio e su di esso ha edificato fortune colossali. La politica avrà pure una sostanza, oppure è soltanto forma? Se lo è chiudiamo qui, è inutile fare altri discorsi, lasciamo lavorare chi pensa che la vita sia soltanto una questione di danaro e, sulla base di questo principio elementare, commette reati ai danni di chi crede ancora in qualche sia pur minimo valore.
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Gian Pietro Testa
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