Mentre ero alla ricerca di dati aggiornati e chiari sull’uso del web (info grafiche nel gergo corrente), una mia giovane amica esperta di new media, mi ha suggerito di cercare in Pinterest, assistendomi nell’esplorazione.
E’ stato come entrare in una specie di paese dei balocchi, un mondo colorato e magico come quello dei cartoni animati. Ho provato un senso di entusiastico disorientamento simile, credo, a quello che prova un bambino in un negozio pieno zeppo di giocattoli. Quasi paralizzato dall’eccesso di stimoli e di sollecitazioni, corre avanti e indietro senza risolversi per nulla; tanto intenso e diffuso è il desiderio, tanto più la scelta diventa impossibile.
Ho trovato montagne di fantastiche info grafiche, dati aggiornati e sintetizzati in figure, spezzoni di notizie dal mondo, fotografie e informazioni. Sommersa da una quantità di immagini attraenti, ho continuato a passare dall’una all’altra, quasi con il timore che tutto ciò che toccavo con il mouse potesse svanire improvvisamente, senza poter essere posseduto.
Pinterest è un social network fondato nel 2010 e dedicato alla condivisione di fotografie, video ed immagini. Come dice il nome, Pinterest permette agli utenti di creare bacheche in cui “appendere” immagini raccolte o generate da loro sulla base dei propri interessi. E’ possibile caricare, salvare, ordinare e gestire contenuti multimediali (come i video) collezionandoli in bacheche che fungono da contenitori. I contenuti possono essere sfogliati nella pagina principale; gli utenti possono salvare singoli pin, appendendoli ad una delle loro tavole che sono classificate e facilmente individuate da altri utenti. Il sito ha un layout grafico esteticamente attraente ed è di semplice utilizzo, un piccolo apprendimento all’ingresso e poi un nuovo oceano da esplorare pieno di pesci colorati e veloci.
Pinterest è il social network delle immagini: un luogo dove trovare ispirazioni e idee per animare le proprie pagine in rete, dove raccogliere immagini collegate a link d’interesse o, semplicemente, trascorrere del tempo. Il sito è preferito dalle donne, che rappresentano circa l’80% degli utenti totali. Il 60% degli utenti proviene dagli Stati Uniti, dove 25,6 milioni di persone visitano il sito quotidianamente.
Pinterest si sta rapidamente espandendo in tutto il mondo. Si diffonde una nuova estetica di massa, fatta di fotografie degli utenti e materiali importati da siti internazionali o proposti dai brand di abbigliamento, arredamento, design e oggettistica.
Tutto questo è noto alle generazioni più giovani. A me questa esperienza ha sollecitato due considerazioni. La prima si riallaccia alle analisi proposte dal cosiddetto pensiero postmoderno fin dagli anni trenta e poi riprese da Jean-Francois Lyotard nel 1979 (La Condition postmoderne: rapport sur le savoir) circa il nuovo intreccio che si determina tra estetica (arte, letteratura) e cultura di massa e la conseguenze inevitabile ibridazione tra alto e basso, intellettuale e popolare di ogni dimensione della comunicazione. Il postmodernismo ha segnalato, ben prima dell’avvento del web, la scomparsa della aprioristica distinzione di generi e forme della conoscenza.
La seconda considerazione riguarda, soprattutto, coloro che producono o diffondono sapere e che hanno compiti didattici. Questa nuova realtà offre stimoli all’apprendimento, al di là della oziosa discussione circa l’antinomia tra la straordinaria ampiezza proposta da questo nuovo “oceano” e la sua scarsa profondità.
La scuola continua, invece, ad ignorare le enormi opportunità di informazione che questo mondo apre e l’esigenza di competenze operative per poterne fruire in pieno. Il dibattito continua a riproporre un’inutile discussione circa il fatto che questa informazione produca o meno conoscenza. E’ come chiedersi se sia sufficiente conoscere la grammatica per diventare giornalisti o scrittori. Certo che non è sufficiente, ma è indispensabile. Siamo chiamati ora a maneggiare concetti fatti di parole e immagini, ciò richiede un adattamento forse simile a quello che, in un lontano passato, ha accompagnato la nascita della scrittura e la traduzione dei segni in lettere.
Non tutto sarà cultura “solida” in questo nuovo mondo, ma la cultura oggi non può prescindere dalle competenze richieste per navigare in questo smisurato oceano di informazioni e di immagini.
Maura Franchi è laureata in Sociologia e in Scienze dell’Educazione. Vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi, Social Media Marketing e Web Storytelling, Marketing del Prodotto Tipico. Tra i temi di ricerca: le dinamiche della scelta, i mutamenti socio-culturali correlati alle reti sociali, i comportamenti di consumo, le forme di comunicazione del brand.
maura.franchi@unipr.it
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