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Da perseguitata, la comunità ebraica è stata in Italia un esempio di integrazione nella società nel corso dei secoli. Il Museo vuole raccontare la storia e il patrimonio artistico dell’ebraismo ma anche essere un luogo di accoglienza delle altre culture

Nuovo look per il sito web del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoahdi Ferrara [Vedi qui] che si inserisce in un più ampio intervento di rinnovamento dell’architettura esterna e degli ambienti interni.
“Gli spazi del Museo sorgono all’interno delle ex carceri di via Piangipane: si tratta di un luogo simbolico, poiché le celle, da stanze di reclusione di persone e idee, si integrano con edifici nuovi, aprendosi idealmente al dialogo con le altre culture, come un ponte tra il vecchio e il nuovo – spiega Amedeo Spagnoletto, direttore del MEIS – Il filo conduttore del nuovo sito, che si arricchisce di nuovi contenuti tutti da scoprire e che, con il tempo, diventeranno sempre più vari e numerosi, è quello di rendere ancora più accoglienti le nostre strutture, fisiche e digitali, per rendere evidente la nostra volontà di aprirci al dialogo con tutti. Questo è da sempre l’obiettivo del MEIS, che si propone come un centro polivalente per raccontare ai visitatori oltre 2.000 anni di storia degli ebrei in Italia.”
Il restyling è stato curato dall’agenzia indipendente Imille, con headquarter a Milano, che si è concentrata su un obiettivo ben preciso, mettere il ‘visitatore tipo’ di un museo al centro e garantirgli un’esperienza di navigazione guidata, ma anche emozionante. “Il sito non è una mera trasposizione digitale delle informazioni, né pretende di sostituire la visita, ma diventa un continuum del museo fisico. Abbiamo usato il linguaggio comunicativo del digitale per rappresentare a pieno l’essenza del MEIS: accogliere l’identità di ognuno spiega Marta De Gennaro di Imille, che ha guidato il progetto – Abbiamo portato la narrazione del MEIS al livello dei grandi musei del mondo, come MoMa, TATE, Met Museum, Designmuseum Denmark, Harvard Art Museums, Goulburn Regional Art Gallery, che sono stati un esempio di come, attraverso una narrativa chiara e riconoscibile, si possa davvero creare una connessione emotiva con il pubblico”.

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