Il Logan Richardson Quartet al Torrione di San Giovanni
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da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara
L’ultimo main concert di questa stellare edizione firmata Ferrara in Jazz è affidata, sabato 25 aprile, al non-conventional jazz del Logan Richardson Quartet. A fianco del giovane sassofonista di Kansas City, considerato una delle figure più innovative dell’attuale scena jazzistica mondiale, troviamo Tony Tixier al pianoforte, Josh Ginsburg al contrabbasso e Tommy Crane alla batteria.
L’ultimo main concert di questa stellare edizione firmata Ferrara in Jazz è affidata, sabato 25 aprile (ore 21.30), al non-conventional jazz del Logan Richardson Quartet.
Richardson (Kansas City, 1980) è considerato uno dei più innovativi altosassofonisti della recente scena mondiale. Sin dal suo trasferimento a New York, nel 2001, ha saputo distinguersi per un approccio non convenzionale alla musica che risulta di grande consistenza espressiva. Talento e versatilità gli hanno permesso di imbastire una rete di importanti collaborazioni con musicisti del calibro di Nasheet Waits, Billy Hart, Joe Chambers e Jason Moran, dando prova di grande maturità e acquisendo unanime stima.
Anche i progetti in veste di bandleader come Cerebral Flow (2007), cd d’esordio per la Fresh Sound New Talent, ed il successivo Ethos (Inner Circle Music, 2009) sono stati accolti con entusiamo da pubblico e critica, tanto da definire il suo modo di suonare come “multidimensionale e straordinariamente flessibile”, in grado di “confezionare e aggrovigliare frasi musicali in forma di imprevedibili origami”.
Membro del collettivo Next che annovera, tra gli altri, il pianista Gerald Clayton, Logan è stato recentemente oggetto di apprezzamento e attenzione da parte di una star internazionale come Pat Metheny che ha partecipato alla registrazione dell’ultimo progetto discografico del sassofonista.
Ad affiancarlo in questo tour italiano, che dopo Ferrara toccherà Milano, Bologna e Verona, sono Tony Tixier al pianoforte, Josh Ginsburg al contrabbasso e Tommy Crane alla batteria.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani