“Il Giardino” riposa in Paradiso: ecco chi è la vera Micòl Finzi-Contini
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“Ora “Il Giardino” risposa in Paradiso” dice l’avvocato Ferigo Foscari, e in un bel gioco di parole racchiude tutto il senso di queste giornate ferraresi: l’esposizione del manoscritto originale del “Giardino dei Finzi Contini” di Giorgio Bassani, da questa mattina e fino a sabato pomeriggio, nella Sala Ariosto della Biblioteca Ariostea (Palazzo Paradiso).
Si è svolto, questa mattina, 17 Novembre, nella Sala dei Comuni del Castello Estense, l’incontro intitolato “Il Giardino dei Finzi Contini: la donazione del manoscritto autografo”, presenti il professor Gianni Venturi, il sindaco Tiziano Tagliani e l’avvocato Ferigo Foscari Widmann Rezzonico, durante il quale, proprio quest’ultimo, ha espresso tutta la sua gioia e soddisfazione nel vedere il manoscritto autografo del capolavoro scritto da Bassani tornare nella città che lo ha ispirato.
“Era giusto che il manoscritto tornasse in questa città – dichiara convinto Ferigo Foscari – si tratta di un oggetto unico che, in un momento storico che vede il sopravvento dei computer, non esisterà più. Quando mia nonna Teresa me l’ha donato, chiedendomi di tenerlo privato fino alla sua morte, ho da subito sentito di voler far così. Lo spirito della mia famiglia è quello di essere custodi delle cose e non proprietari. Ed è con questo spirito che il manoscritto è stato custodito ma ora è arrivato il momento che sia messo a disposizione degli studiosi che lo sapranno valorizzare al meglio”.
Fu “nonna Teresa”, la contessa Teresa Foscolo Foscari, discendente del poeta di Zante, a lasciare i manoscritti nelle mani del nipote, dopo averli custoditi per decenni, avvolti in una abbondante carta velina, dentro un cassetto della casa di Vienna. La convenzione siglata dal donatore con il Comune e con il Meis prevede che il manoscritto originale sia custodito per sempre nella Biblioteca Ariostea, mentre una copia sarà esposta al Meis non appena il restauro dell’ex carcere sarà ultimato. Dice il presidente Dario Disegni: “Il fatto che le carte di Bassani avranno ospitalità nelle stesse celle in cui lo scrittore fu rinchiuso aggiunge un notevole significato simbolico all’evento”.
A cento anni dalla nascita di Giorgio Bassani, e nell’ambito delle celebrazioni di questo evento che dal 14 al 19 novembre animano Ferrara e Roma con una serie di iniziative, conferenze, mostre e proiezioni di film tratti dai suoi libri, simbolicamente il manoscritto autografo torna a Ferrara. Si tratta di quattro quaderni cartonati di grande formato e due quaderni più sottili e con copertine morbide. I primi contengono l’intera elaborazione manoscritta de “Il giardino dei Finzi-Contini”, per un totale di circa ottocento pagine. Le etichette bianche sulle copertine portano, sotto il titolo dell’opera, i rispettivi anni: 1958-1959, 1960, 1961, 1961 (di sole «correzioni e aggiunte»). mentre gli altri due quaderni testimoniano ulteriori rifacimenti di numerosi passi senza indicazioni di data.
E’ questo straordinario materiale donato da Giorgio Bassani all’amica Teresa con una dedica, datata “Venezia, 17 dicembre 1961” e firmata “Giorgio”, che si trova nella controcopertina del primo quaderno e che esprime tutta la riconoscenza dello scrittore nei confronti dell’amica: “Cara Teresa, senza il tuo aiuto Il giardino dei Finzi-Contini non sarebbe mai stato scritto. Desidero che questi quaderni restino per sempre con te”.
L’amicizia tra i due era nata nell’ambiente di Italia Nostra, dove la Foscari conduceva battaglie per la salvaguardia di Venezia e della laguna mentre lo scrittore Bassani era stato tra i fondatori dell’associazione nel 1955 e presidente dal 1965 al 1980.
La contessa Teresa Foscari, bellissima e appassionata, sorprendentemente moderna per l’epoca, proprio come la Micòl bassaniana, è ricordata dal nipote Ferigo come francesista e grande amante della letteratura: “Aveva una biblioteca sterminata, era fiera di aver frequentato il liceo classico Marco Polo, anche se poi non proseguì gli studi. A 19 anni sposò Ferigo, mio nonno, con cui avrebbe avuto due figli, Leonardo e Antonio, mio padre”. Secondo il nipote Ferigo Foscari, anche sulla base dei racconti della nonna e di altre fonti documentali, Teresa è, nella fantasia di Bassani, Micòl Finzi-Contini, la ragazza con cui il protagonista del libro fa amicizia un pomeriggio del 1929, trovandola “affacciata al muro di cinta del suo giardino”.
“A me piace dire che Teresa è stata per Bassani una musa: glielo ripeteva lo scrittore e il dono del manoscritto, con quella dedica, lo conferma”, sottolinea Foscari.
Sicuramente nella figura e nella storia di Teresa si ritrovano tante somiglianze con Micòl Finzi-Contini, una donna fascinosa, ironica, intelligente e libera.Tratteggiare una simile personalità, scrivere le vicende degli altri personaggi, ripescare dalla memoria la “sua” Ferrara non deve essere stato facile per Bassani e i quaderni esposti alla Biblioteca Ariostea lo testimoniano.
La scrittura è minuta e i fogli sono molto “sofferti”: alle poche pagine iniziali relativamente pulite seguono fogli pieni di cancellature, annotazioni, rimandi, frecce che segnalano spostamenti di interi blocchi. Bassani prova a scrivere un passo e se ne è insoddisfatto tira una riga e lo riscrive sotto, per poi magari tirare un’altra riga e riscriverlo di nuovo. Un lavorio instancabile, che andrà analizzato con attenzione, specie se si pensa che finora il confronto era possibile solo tra le diverse edizioni dello stesso libro. Ora si apre un’epoca felice per gli studiosi di Bassani che potranno immergersi nel suo complesso mondo fatto di parole, riflessioni, correzioni e di una dedica speciale.
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Simona Gautieri
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