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Il filo spinato della prevaricazione in un romanzo che mette a confronto due generazioni

Stare a contatto con gli adolescenti fa parte del suo lavoro, cercare di comunicare con loro anche oltre la didattica, è ciò che Patrizia Marzocchi fa nei i suoi libri. La recente pubblicazione Ricordare Mauthausen (edizioni Il mulino a vento) è un romanzo che tocca il tema della Shoah, è ambientato ai giorni nostri, ma guarda a un pezzo di storia del Novecento e intreccia argomenti di sensibilità sociale, come bullismo e razzismo, esistenziale e storica.
Patrizia Marzocchi è un professoressa di lettere delle scuole medie, vive a Bologna e di romanzi per ragazzi ne ha già scritti parecchi. Ricordare Mauthausen è la storia di Mariangela che ha appena terminato con successo il primo anno di liceo, ha una famiglia benestante, frequenta una compagnia esclusiva, ha un’amica del cuore cui è molto legata. Improvvisamente, tutto il suo mondo crolla: la fabbrica del padre fallisce e la sua famiglia, ridotta in povertà, deve trasferirsi presso i parenti che vivono in campagna. Mariangela non trova il coraggio di confidarsi con gli amici e sparisce senza lasciare tracce. La presenza del nonno, reduce del campo di concentramento di Mauthausen, la spinge alla ricerca delle radici ebraiche della sua famiglia. E’ però tutto molto difficile perché il nonno non vuole parlare del passato. Emerge inoltre l’esistenza di un rancore profondo tra la famiglia di Mariangela e quella di uno strano ragazzo del paese, che lotta, insieme alle sorelle, contro un gruppo di bulletti razzisti. Lotta contro la prevaricazione, amicizia, amore concorrono a disegnare una rete che unisce il presente al passato e delinea un nuovo futuro.

Patrizia, perchè l’argomento della Shoah in un libro per giovanissimi?
“Ho visto i ragazzi interessati a capire quel particolare momento storico e così, evitando toni didascalici, ho voluto narrarlo parlando anche di presente e di emozioni. Il fulcro è la prevaricazione, ho cercato di immedesimarmi in chi subisce, nella difficoltà a reagire a certa violenza”.
Il tema del bullismo è affrontato nelle scuole in vari modi, eppure il fenomeno è tutt’altro che debellato, quali strumenti servono per fare passi in avanti?
“Io credo servano chiavi di lettura, i ragazzi devono trovare modelli di comportamento per uscirne, sappiamo quanto l’influenza del gruppo sia forte a questa età. La giovane protagonista si pone queste domande e combatte una sua piccola battaglia. A fare procedere la vicenda anche mistero, amore, amicizia e interazione di Mariangela con altre figure della storia”.
Nel romanzo, il valore delle relazioni e del silenzio sono fondamentali per la crescita della protagonista.
“La vita di Mariangela si intreccia a quella del nonno che ha vissuto nel campo di concentramento di Mauthausen e non intende parlare del passato. Entrambi vivono una sofferenza, il silenzio è una forma di comunicazione fra i due che poi si infrange diventando contatto, dialogo, compassione, sensibilità”.
Il silenzio rimane, però, qualcosa da difendere.
“Eccome, ci sono cose che non amano la luce del sole, verrà detto a un certo punto. Credo che tutta la visibilità che i ragazzi hanno a disposizione in questa società distrugga un loro mondo più intimo e segreto che va salvaguardato. La privacy ha un valore e il rischio per i giovani è restare senza protezione”.

Patrizia Marzocchi, il prossimo 17 febbraio alla biblioteca Ariostea, incontrerà due classi delle scuole medie con cui dialogherà di due suoi precedenti romanzi Il viaggio della speranza e Il bullo, la secchia e gli altri. Il dialogo continua…

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.


PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)