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Chiara e Roberta fanno parte del gruppo dei miei amici di vecchia data. Ho visto nascere il loro amore e la successiva convivenza, c’ero quando sono nate le loro gemelle e quando nel 2010 si sono sposate a Barcellona. Di quel gruppo di amici, e non me ne vogliano gli altri, loro sono l’unica coppia che è rimasta assieme da allora, la prima a sposarsi e ad avere figli. Sono quelle che, avendo un grande senso della famiglia e dei legami, organizzano sempre i pranzi di Natale e Ferragosto, riuscendo con pazienza a raccoglierci tutti attorno ad un tavolo, mantenendo viva la nostra amicizia. In Italia però non hanno il diritto di sposarsi e di vedere riconosciuti una serie di diritti, per loro e per le loro figlie. Per lo Stato italiano Roberta infatti è una ragazza madre ed è l’unica che ha diritti e doveri sulle figlie. E Chiara, nonostante le abbia cresciute e viva con loro, e per lo Stato spagnolo oltre che per vari altri Paesi europei sia la moglie di Roberta e la mamma delle bimbe, qui da noi, non è nessuno. Ha bisogno di una delega anche per andarle a prendere tutti i giorni a scuola. Se Roberta non potesse più occuparsi delle figlie, Chiara, che è l’altro genitore, non le avrebbe in custodia. “Che se poi ci riconoscessero come coppia finiremmo col pagare più tasse ed avere molte meno agevolazioni, quindi in realtà la Stato avrebbe anche un vantaggio nel regolarizzare la nostra unione”, dice Roberta. Per questo Chiara e Roberta, dopo anni di discrezione e riserbo, hanno preso coraggio e  assieme ad Arcigay ed Arcilesbica Circomassimo, alle Famiglie Arcobaleno e all’Associazione genitori di omosessuali, hanno deciso, nel giorno degli innamorati, il 14 febbraio, di essere in piazza sotto il cosiddetto volto del cavallo, con un banchetto per iniziare una raccolta di firme per chiedere la trascrizione dei matrimoni omosessuali anche a Ferrara. L’obiettivo sono mille firme, e la raccolta proseguirà fino al 17 maggio.

Quello di Chiara e Roberta non è un caso isolato, e in tante città italiane dei sindaci coraggiosi e lungimiranti (il più vicino a noi è stato Merola a Bologna) stanno trascrivendo sui registri comunali i matrimoni celebrati all’estero tra persone dello stesso sesso. Al momento è un atto simbolico, che non ha valore legale, ma al quale le procure si stanno opponendo con la pretesa di applicare la circolare del ministro dell’Interno Angelino Alfano che impedisce la trascrizione. E ciò testimonia il peso di questa azione, per aprire la strada a nuove leggi che riconoscano i matrimoni e i diritti delle persone omosessuali. A me viene da ridere quando chi predica la famiglia, la solidarietà e la procreazione, poi si oppone alle coppie omosessuali. Io sono eterosessuale e sebbene spesso lo rimpianga, non posso cambiare. Vale anche per loro, a discapito di chi pensa che l’omosessualità sia una patologia dovuta a qualche trauma o devianza, dalla quale si può guarire. Gli omosessuali non sono persone che vanno redente o recuperate. Non è innaturale essere omosessuali, lo è, semmai, negarlo. Quando vedi un albero che cresce nel giardino di casa tua, non ti chiedi perché, dal momento che è nella sua natura crescere. Per questo sono sempre spiazzata di fronte alla violenza delle persone omofobe, ma cosa vorrebbero, che uno smettesse di essere omosessuale? Puoi dire ad un albero di non crescere?

“A Ferrara – ha detto Roberta – sono una decina le famiglie omosessuali che si sono sposate all’estero, altre ce ne sono in provincia. Ma questa non è una battaglia solo per noi, è una battaglia per i diritti”.
“Dopo il divorzio e l’aborto, ora il riconoscimento delle coppie omosessuali è la grande battaglia sociale di questo tempo”, ha spiegato Cristina Zanella di Arcilesbica.
“L’iniziativa si chiama TrascriviAmo e mira a sensibilizzare Tiziano Tagliani e tutti i cittadini. Saremo lì per parlare con loro” ha annunciato Massimiliano De Giovanni di Arcigay. “Vogliamo denunciare la mancanza di leggi a tutela dei diritti dei nostri figli omosessuali” ha affermato Patrizia Malacarne di Agedo.
“Vogliamo essere trasversali e confrontarci con tutti i partiti di destra e di sinistra, e con tutte le sensibilità religiose. Ci apriamo al confronto e speriamo che questo serva a far capire che dall’affermazione dei nostri diritti deriva una maggiore democrazia per tutti” ha concluso Zanella.

Di seguito il programma dei banchetti:

– 14 febbraio, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00
– 21 febbraio, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00
– 14 marzo, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00
– 28 marzo, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00
– 11 aprile, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00
– 18 aprile, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00
– 9 maggio, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00

Inoltre sarà possibile firmare per TrascriviAmo in occasione di:

Tag – Festival di Cultura Lgbt (Sala Estense, dal 27 febbraio all’1 marzo)
Miranda – Soirée Demodée (c/o Zuni, via Ragno 15, tutti i giovedì sera)
No all’omofobia (P.tta San Nicolò, sabato 16 maggio, sera).

Per informazioni: www.trascriviamo.blogspot.com
trascriviamo@gmail.com

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La conferenza stampa di presentazione di TrascriviAMO, da sinistra Crsitina Zanella, Roberta Zangoli, Massimiliano De Giovanni, Patrizia Malacarne (foto di Stefania Andreotti)
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Stefania Andreotti

Giornalista e videomaker, laureata in Tecnologia della comunicazione multimediale ed audiovisiva. Ha collaborato con quotidiani, riviste, siti web, tv, festival e centri di formazione. Innamorata della sua terra e curiosa del mondo, ama scoprire l’universale nel locale e il locale nell’universo. E’ una grande tifosa della Spal e delle parole che esistono solo in ferrarese, come ‘usta’, la sua preferita.

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