Alcuni giorni fa è nato un portale di notizie, inchieste, approfondimenti e reportage a fumetti, una bella idea, fresca e innovativa, capace di attirare anche i più giovani (ma non solo). Si tratta di una bella scelta, quella di un giornalismo innovativo, che accosta alla notizia un disegno accattivante e invitante. Il primo sito italiano di “graphic journalism”, intitolato semplicemente “Graphic News” (www.graphic-news.com), sviluppato dall’intuizione di Gianluca Costantini ed Elettra Stamboulis, in una redazione tutta bolognese. Il progetto è partito dalla cooperativa Pequod [vedi], fondata nel 2014 da Michele Barbolini, Pietro Scarnera, David Biagioni, Federico Mazzoleni, ideato con l’associazione Mirada di Ravenna [vedi], nata nel 1997, e realizzato col sostegno del bando 2014 Culturability della Fondazione Unipolis e del bando 2014 Incredibol del Comune di Bologna. Quale nome più adatto per una partenza… Pequod, d’altronde, era la baleniera di Moby Dick, comandata dal capitano Achab, a caccia di balene e capodogli, e in particolare dell’enorme balena bianca, sfida dell’uomo alle grandi forza della Natura, e Mirada, in spagnolo, significa sguardo. Risuona in essa anche la radice latina di miror, che significa stupirsi. Mirada vuole, dunque, proporre sguardi, stupore e sensibilità visiva. E ci è riuscita.

Il sito, per ora, parte con nove storie, divise in cinque sezioni, tutte rese possibili dall’esperienza sul campo degli autori: news, economia, cultura, scienze, sport. Tra quelli coinvolti, per il momento, ci sono sia nomi già noti che meno, esordienti: Gianluca Costantini, Marco Garofalo, Mattia Moro, Cristina Portolano, Emanuele Racca, Giulia Sagramola, Pietro Scarnera, Francesca Zoni, Brochendors Brothers. Presto, però, arriveranno anche colleghi internazionali. Un bel gioco di squadra, giovane e vispa.


Così, tra le news, possiamo leggere “Povere veneri”, di Francesca Zoni, che si sofferma sulla vita delle prostitute bolognesi con curiosità e delicatezza (insieme alle volontarie dell’associazione Libera che portano alle ragazze generi di conforto), “Giovani, carini e tartassati”, di Giulia Sagramola, che racconta di tutte le tasse cui sono esposti i poveri, tartassati e indifesi freelance o “Gli ultimi manicomi”, di Emanuele Racca, che indaga sugli ospedali psichiatrici giudiziari e sostiene la campagna Stop Opg [vedi], che ne sollecita la chiusura.
Anche se la fruibilità va ancora migliorata (leggendo su Ipad, ad esempio, si deve girare il dispositivo e la lettura non è sempre agevole per alcuni titoli che, a volte, si accavallano alla notizia), il primo impatto è, generalmente, positivo e piacevole. Una grafica facile da comprendere, semplice, chiara e accattivante, storie da leggere ma soprattutto da vedere. E ci si può anche immaginare dentro di esse, ci si può vedere scorrazzarvi qua e là, attraversarne le righe. Il tema sociale, per ora, pare prevalere. Ma vi è anche una sezione culturale, che ospita un’intervista immaginaria, di Marco Garofalo, “Il bar non mente mai”, con citazioni di Charles Bukowski che raccontano lo scrittore americano sotto una luce particolare, non solo un grande bevitore. C’è spazio per i commenti dei lettori e i link ai social network e a quelli delle varie iniziative di cui si parla. E’ previsto un aggiornamento settimanale, con nuove storie e una versione inglese. Una sperimentazione costante, con al centro le storie, un laboratorio di idee che parte dall’Italia e guarda il mondo, nuove chiavi di lettura. Da seguire.
